Difficile sfruttare il momento per spendere meno in vacanza

L’industria greca del turismo si affaccia a un’estate che potrà costituire una boccata d’ossigeno per le esauste casse del Paese: il più importante settore economico nazionale è pronto ad accogliere visitatori da tutta Europa, come sempre. Per il momento non si annunciano flessioni o defezioni: tranne una, la più curiosa. Riguarda i tedeschi: i più riottosi finanziatori del (quasi) crac greco diserteranno quest’anno le spiagge dell’Egeo. Il braccio di ferro finanziario si sta trasformando in ritorsioni turistiche? Non esattamente. Il turismo organizzato tedesco, che è nelle mani sostanzialmente di un unico operatore, è stato dirottato su Turchia e Bulgaria, Paesi di offerta analoga ma che offrono maggiori margini di guadagno. «I greci - osserva Alberto Corti, direttore di Federviaggio, associazione che riunisce operatori di tutta la filiera turistica - tradizionalmente non sono inclini a trattare sui prezzi, non hanno svenduto i propri servizi nemmeno in altri momenti di crisi».
E gli italiani, come si stanno comportando? I maggiori tour operator, a cominciare da Alpitour, continuano a registrare buon interesse per le destinazioni greche da parte della clientela, «senza alcun contraccolpo». Ma se qualcuno può pensare che le vacanze in un Paese in crisi possano costare meno, si sbaglia: «Siamo comunque in area euro, non ci si confronta con il crollo di una moneta e con un’impennata del potere d’acquisto» osserva Renato Scaffidi, direttore generale di Marevero, tour operator partecipato al 50% dalla catena alberghiera spagnola Iberostar. Del resto, fa notare Corti, «i costi sono bloccati a un periodo precedente alla crisi». Funziona così: «Tra settembre e ottobre i tour operator acquisiscono la gran parte dei servizi, che poi, intorno a dicembre, vengono affinati con le richieste specifiche nel frattempo maturate». I prezzi di un pacchetto turistico, in altre parole, non cambiano; e un «all inclusive» lascia poco spazio per risparmiare su spese diverse. Possono forse trarre qualche vantaggio dalle peggiorate condizioni economiche della Grecia i turisti che organizzano la vacanza in proprio: famiglie o gruppi di amici che prendono in affitto un appartamento, fanno la spesa al supermercato, frequentano i ristoranti. Questi, sì, potrebbero constatare quel generale calmieramento dei prezzi che ogni crisi porta con sé.
«Uno dei temi di quest’estate, che riguarderà ogni destinazione - avverte però Corti - è il prezzo del petrolio. Una tonnellata metrica di carburante oggi costa 200 dollari più che a dicembre, con un aumento del 20%. Con qualunque mezzo ci si sposti, il costo del trasporto sarà più caro. Nel pacchetto venduto da un tour operator il volo è invece già compreso».
Per il momento, comunque, agenzie e operatori non percepiscono nella clientela fermenti per la crisi greca. Né si avvertono timori per scioperi, possibili disordini o cadute di qualità nei servizi dovute alla minore disponibilità economica di chi li offre. «La tendenza generale è quella di prenotare più sotto data, e il prodotto estivo, anche quest’anno, sta partendo un po’ a rilento» osserva Scaffidi.

Le destinazioni più richieste dagli italiani, per i quali la Grecia è una delle mete preferite nel Mediterraneo, sono Creta, Rodi e le Cicladi, Miconos, Santorini, Naxos e Paros. La clientela è trasversale, con una gamma ampia di livelli e di prezzi, che per una settimana possono andare dai 700 euro della bassa stagione, ai 1.300-1.500 della alta in una buona struttura.

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