La Digos a caccia dei terroristi anti-suv: «Al setaccio i video delle telecamere»

(...) inquina in media due volte più di un veicolo classico». Ecco perché gli Sgonfiatori ce l’hanno con i Suv: aumentano «le emissioni di Co2 e di conseguenza il numero di malattie respiratorie nei soggetti più deboli». Per questo, i Dégonflés «liberano», come dicono loro, l’ossigeno chiuso nelle gomme.
Solo che da noi questa forma di guerriglia metropolitana non si era mai vista. Poi, in una notte, Porta Romana ha battezzato anche gli Sgonfiatori. «Crediamo si tratti di un gruppetto di persone dalle forti motivazioni ideologiche di matrice ecologista - riflettono in Questura - in Francia i Dégonflés utilizzano una macchinetta che sgonfia le gomme rapidamente». Anche perché mettere a terra un “carrarmato“ a quattro ruote non è esattamente come mandare al tappeto una bicicletta. O un motorino.
A Milano, almeno in questa occasione i nemici dei Suv hanno usato metodi più spicci, rudimentali, brutali. Hanno aperto buchi molto profondi nelle gomme, due per auto, vicino ai cerchioni. E poi hanno sistemato sul parabrezza la rivendicazione: «Questo fuoristrada, concepito per la guerra, è stato sfortunatamente adattato alle nostre città. In un incidente che coinvolge un 4 x 4 - rimarcano gli Sgonfiatori sommando colpa a colpa - rispetto ad un’utilitaria, le speranze di sopravvivere per un pedone o un ciclista sono ridotte ad un terzo».
Insomma, chiunque sia, il vandalo o, se si preferisce un vocabolario più pesante, l’ecoterrorista, sa il fatto suo. Mastica a modo suo i temi cari all’ambientalismo e cerca di tradurli in azione, sulle strade della metropoli lombarda. Senza risparmiare una predica vagamente apocalittica al malcapitato di turno. I gommisti e i vigili del quartiere hanno fatto gli straordinari nei giorni scorsi, passando da un colosso all’altro. E registrando la rabbia dei padroni. Poi hanno chiamato la Digos che ha cominciato le sue indagini. «Non sarà facile - è il parere degli agenti - perché non ci sono precedenti e perché si può sì circoscrivere l’area di riferimento, ma il bacino da cui escono i Dégonflés è assai esteso».
E allora si va avanti con i mezzi tradizionali: interrogatori di chi era nella zona al momento, presunto, del blitz, osservazione delle cassette registrate dalle telecamere della zona. Proprio come si fa per le rapine e come si usava per le imprese dei terroristi doc.
Certo, i disturbatori si firmano con una perifrasi che non dice granché: «Più o meno chiunque disponga di un apparato respiratorio». Per stanarli ci vorrà pazienza e servirà un briciolo di fortuna. Così, dopo i goliardi che violano la privacy delle ville e delle villette a schiera per liberare, nientemeno, i nani da giardino, ecco gli Squarciatori o Sgonfiatori.
Ed ecco affacciarsi anche un dubbio: qualcuno, constatato il danno e metabolizzata l’incavolatura, ha risolto tutto con un salto in officina.

Non sempre alla riparazione ha fatto seguito la denuncia. Potrebbe esistere anche uno “sgonfiato sommerso” ancora da censire. Gli attacchi sono forse più di quelli venuti allo scoperto. Anche oltre le vie trafficate di Porta Romana.

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