Sport

Diktat di Bianchi: «Non voglio giocatori italiani»

Il nuovo tecnico, dopo la negativa esperienza a Roma (fu esonerato) ha posto il veto al ritorno di Vieri a Madrid

Gian Piero Scevola

Ai più era noto per il suo rigore tattico e per una propensione al difensivismo. Da ieri Carlos Bianchi può essere iscritto nel club dei “razzisti ad honorem”. L’ex allenatore della Roma non è certo il tipo che va negli stadi a fare l’odioso «buu buu» nei confronti dei giocatori di colore, esercitazioni vocali che lascia alle becere tifoserie di Lazio, Chievo, Verona, Roma, ma la sua ultima uscita, assolutamente inaspettata, lo pone sul loro stesso piano. «Non voglio giocatori italiani nel mio Atletico Madrid», un veto chiaro e preciso che appare sulle pagine dei quotidiani spagnoli Marca e As, che in questi giorni dedicano molte pagine alle vicende del calciomercato.
Evidentemente Carlitos, come è soprannominato Bianchi, è rimasto traumatizzato dalla sua esperienza alla guida della Roma nella stagione 1996/97 (sostituito dopo 27 giornate quando i giallorossi si barcamenavano in 12ª posizione) e per questo ha deciso di non voler più alcun contatto di tipo calcistico con l’Italia. Un incontro, e di quelli pesanti e ravvicinati, in realtà c’è stato quando il 14 dicembre 2003 a Tokyo nella coppa Intercontinentale il Boca Juniors allenato proprio da Bianchi, s’è preso il lusso di battere ai rigori il Milan di Carlo Ancelotti e di conquistare la Toyota Cup. E in quell’occasione la gioia di Bianchi, frustrato dopo la negativa esperienza romana, è esplosa: aveva battuto gli odiati italiani che l’avevano costretto a tornarsene in Argentina.
E ora, secondo Marca, «appare difficile che l’Atletico realizzi il suo piano di far tornare Christian Vieri: è italiano, quindi il nuovo allenatore non lo vuole». Ma la bella pensata di Bianchi non è una novità perché nella scorsa stagione, quando il Valencia esonerò Claudio Ranieri e si mise in contatto con lui, pose come condizione l’immediata cessione di Amedeo Carboni, ex romanista come lui nel ’96/97 e con il quale i rapporti non erano buoni. Ma non contento di voler ammainare una bandiera del Valencia (Carboni a 40 anni compiuti gioca ancora con i bianchi valenciani ed è l’idolo del Mestalla), Bianchi aveva preteso anche la cessione a fine stagione degli altri italiani Fiore, Corradi e Di Vaio.
Ora, appena insidiatosi nell’Atletico, ha chiesto l’acquisto di Riquelme, suo ex pupillo nel Boca e al quale sono stati offerti 2 milioni netti all’anno come ingaggio, e quello del cileno Pizarro, mente dell’Udinese, per il quale il club madrileno è disposto a fare un notevole sacrificio economico, ma che deve temere la concorrenza di Inter, Roma e Juventus.

Insomma, a Bianchi tutto va bene, purché non sia «made in Italy».

Commenti