da Roma
Cè chi fa di tutto per non andare in tv contro Silvio Berlusconi, e chi invece non vede lora. Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti italiani, continua a creare imbarazzo nellUnione per la sua volontà, ribadita anche ieri dal Pdci, di sfidare il premier a Matrix venerdì. E così il «caso Diliberto», politico non nuovo a spiazzare i colleghi, sta creando nuovi grattacapi ai leader politici del centrosinistra. Piero Fassino ha sostenuto anche ieri che lunico antagonista naturale di Berlusconi è Romano Prodi, ma successivamente è arrivato il «no» del Professore al confronto in Rai. Una sorta di scacco matto, perché ribadendo il Pdci che non è quel passo indietro a portare Diliberto in tv, lUnione si vede ora costretta ad accettare il duello tra Berlusconi e lo sfidante da molti ritenuto il meno adatto perché incarna le posizioni più estremiste della coalizione.
Non cè un alleato che scenda in campo a dare una pacca sulla spalla a Diliberto. Emma Bonino dice che la faccia del segretario comunista «non è affatto» rappresentativa dellUnione.
«Io lo dico con tutto il rispetto - premette la leader radicale della Rosa nel pugno - Io non voglio essere rappresentata da Diliberto, che è il volto meno accattivante. Ma non a caso Berlusconi ha scelto lui. La sua è una strategia precisa». Romano Prodi deve esercitare «una leadership visibile». Deve «battere un colpo» e intervenire sul caso Diliberto. Lo stesso chiede anche Marco Pannella.
Fassino ha tentato di non screditare troppo Diliberto a Radio Radicale, ma con gentilezza ha fatto intendere anche ieri che il leader del Pdci non è lo sfidante ideale contro lavversario Berlusconi: «Ritengo si debba riconoscere a Romano Prodi - sosteneva prima del rifiuto dal leader dellUnione al confronto in Rai - la titolarità del diritto di essere lunico avversario di Silvio Berlusconi in tv».
Sarebbe meglio «tenere il confronto tra i due leader della coalizione», ha aggiunto Fassino. Diliberto «è un uomo libero» in un «Paese libero». Ma, ha ragionato ancora il segretario dei ds, «non si deve dare a Berlusconi il vantaggio di avere ulteriori confronti in tv, accreditandolo peraltro come un unico avversario quando in verità nella coalizione di centrodestra lui non è il solo leader».
Antonio Di Pietro ha preso unaltra strada, ma neanche dallex magistrato è arrivato un benestare a Diliberto: «Credo che per convincere gli italiani a non avere più fiducia in Berlusconi - ha ironizzato - basti Berlusconi da solo, con quel che promette e non mantiene e per come ha illuso i cittadini italiani». Parole non affettuose per il segretario dei Comunisti italiani anche da Enrico Boselli (Sdi): «Berlusconi non può scegliersi il comunista di turno per poter dar vita ad una campagna che presenta il centrosinistra come dominato dalle posizioni estreme».
I Comunisti italiani ieri hanno confermato la sfida e si precisa anzi che si sta pianificando lo scontro nel dettaglio.
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