«Dinho via è un dolore, Cassano qui è una gioia Allegri la scelta giusta» «Quando il Milan vince, c’è aria di festa negli uffici del governo Vi ricordo che dobbiamo mantenere il primato fino a giugno»

Tutto il Milan in piedi, ieri mattina alla Borghesiana, periferia est di Roma: Silvio Berlusconi è arrivato di primo mattino per infondere coraggio, lucidare motivazioni e dettare la missione di sempre, «padroni del campo e del gioco», alla squadra leader del campionato e primatista mondiale di trofei internazionali. Non è stato un incontro banale, il premier ha provato anche a infrangere il protocollo («ma perché mi aspettate in piedi, sediamoci, ragazzi; mister Allegri, dove ci mettiamo?») prima di tenere una lectio brevis (un’ora è durata la visita, divisa in tre momenti: il sermone al gruppo schierato, il colloquio riservato con l’allenatore, infine l’intervista concessa a milan-channel andata in onda tutto il giorno a ripetizione) a vecchi e nuovi milanisti. Clarence Seedorf, ribattezzato pubblicamente «il professore», è stato l’interlocutore diretto, Antonio Cassano il destinatario di raccomandazioni speciali («chiamami al telefono quando hai bisogno»), il giovane attaccante (varesino, classe 1992) Giacomo Beretta promosso simbolo del nuovo rossonero che avanza dal settore giovanile.
Non sono mancati siparietti gustosi. Per esempio l’augurio rivolto a Pato, appena recuperato alla migliore salute: «Alla tua età, non devi infortunarti». Per esempio l’informazione richiesta a Nesta sulla ferita all’orecchio. «Sto bene, presidente, tutto bene anche alla schiena». «Vi ringrazio per il primato in classifica e auspico che sarete primi anche a giugno» ha aggiunto Silvio Berlusconi, convinto che «anche in Europa ce la giochiamo con tutti anche perché non vedo nessuna squadra che nel mercato di gennaio possa diventare forte quanto il Milan».
Inevitabile l’intreccio con l’attività politica. «Quando il lunedì arrivo negli uffici del governo - ha spiegato Berlusconi- se il Milan ha vinto c’è aria di festa. Se perde, come è capitato per sfortuna l’ultima volta, sembra di assistere a un funerale. Perciò nessuno come voi ha tante motivazioni: quando vincete lo fate per voi stessi, per il club e i tifosi, e poi per Berlusconi e il Paese».
Didascalica la parte finale dell’intervento del premier, dedicata alla rivoluzione imposta dal suo Milan. «Negli anni di Arrigo facevo il presidente a tempo pieno e andavamo in campo convinti sempre di fare una goleada. Abbiamo cambiato la filosofia del calcio italiano: 25 anni fa, le squadre italiane si mettevano tutte in difesa e si affidavano a una punta sola e al contropiede» il suo ricordo. Aggiunto alla raccomandazione di sempre: «Quando si è in vantaggio a 10-15 minuti dalla fine, bisogna far sparire la palla».
Prima del congedo, Silvio Berlusconi ha rilasciato l’intervista a milan-channel servita per sottolineare il grande feeling con Allegri, e firmare lo struggente addio a Ronaldinho.
Ecco il testo integrale.
Presidente Berlusconi, è venuto qui alla Borghesiana per fare gli auguri, per parlare con la squadra, per incontrarla proprio all’inizio di questo nuovo anno solare.
«Sì, e a ricordare a tutti i nostri ragazzi che il Milan è la squadra numero uno al mondo - perché abbiamo vinto il maggior numero di trofei internazionali -, che siamo primi in classifica, che quindi dobbiamo aspirare a mantenere questo primato e a conquistare il campionato italiano e a andare avanti anche nella coppa d’Europa perché non vediamo in giro altre squadre che possano farci paura. Quindi, credo che dobbiamo essere motivati per puntare a questi due importanti traguardi».
C’è grande fiducia e ha, lei, grande fiducia in quest’annata...
«Sì noi siamo ottimisti anche perché, oltre ai giocatori di cui disponiamo, c’è un allenatore che si è inserito benissimo nella società, che noi stimiamo, che si sta comportando in maniera eccezionale, che ha saputo legare sia con la società con i singoli giocatori, che legge le partite durante il loro svolgimento e quindi ci rende molto contenti della scelta che abbiamo fatto. Abbiamo, guardi, un solo dolore, anche grande, che proviamo in questo momento, ed è il fatto di una decisione di Ronaldinho, che è voluto tornare nella sua patria, in Brasile. Ecco, noi consideriamo, abbiamo sempre considerato Ronaldinho come un giocatore straordinario, probabilmente il più veloce giocatore in quanto a intuizione, in quanto a velocità appunto di decisione più forte che sia stato nel Milan e che probabilmente ci sia oggi nell’universo del calcio. Era anche un’ottima persona, quindi questo ci ha molto addolorati e ci addolora molto. Comunque gli auguriamo di potere continuare, con le sue qualità, se deciderà di riconsegnarsi alla fatica, all’allenamento, cosa che negli ultimi tempi aveva dismesso di fare, è un giocatore che può tranquillamente giocare fino a 35-36 anni e anche più. Quindi gli faccio gli auguri più affettuosi perché trovi un ottimo inserimento in un’altra squadra brasiliana, in una forte squadra brasiliana e faccio gli auguri anche a questa squadra che, attraverso l’innesto di un così grande campione, possa raggiungere i traguardi più ambiziosi».
Le dispiace particolarmente perché lei ha sempre sostenuto Ronaldinho...
«Dispiace a tutti i tifosi milanisti, perché Ronaldinho in campo da solo dava un senso al costo del biglietto. Questo è il dolore che abbiamo. Abbiamo anche una gioia, che è quella di avere potuto inserire nella nostra rosa Cassano, che è certamente oggi il giocatore italiano di maggiori qualità tecniche e di maggior talento, ha alle spalle una carriera con dei momenti di oscurità. Crediamo che il Milan sia l’ambiente giusto perché lui possa tirare fuori le sue qualità migliori e possa sentirsi inserito in una grande società che, attraverso anche la sua assistenza, le sue direi atmosfere e le sue filosofie possa dare a lui la possibilità di mettere a frutto le doti che certamente tutti gli riconoscono e possa perciò da qui in avanti manifestarsi come quel grande giocatore che in potenza certamente è e che tutti riconoscono sia».


L’ultima cosa che le chiedo, quella di commentare il passaggio all’Inter, su una panchina completamente diversa, opposta, a quella di Milan, di Leonardo.
«Tanti auguri, buona fortuna, buon lavoro a lui e all’Inter».

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