Da Dini e Rutelli alla Bongiorno i «ripescati» ai posti di prestigio

L’ex premier conquista gli Esteri al Senato, l’ex vice di Prodi il controllo degli 007. La deputata-avvocato di An va alla Giustizia

da Roma

Gli ultimi brividi e le ultime speranze di sedersi su una poltrona di prestigio si sono ormai consumate. Ieri, infatti, è stato apposto il sigillo sulla presidenza delle commissioni parlamentari. Un rito che ha bruciato le speranze di coloro che si erano impegnati in quest’ultimo sprint puntando a un incarico di prestigio e ha consegnato le Camere la quasi completa operatività.
La composizione del puzzle delle presidenze, alla prova dei fatti, non ha riservato grandi sorprese ma ha comunque concesso qualche brivido e distribuito qualche malumore, in particolare dentro l’Mpa di Raffaele Lombardo, rimasto a bocca asciutta. A Montecitorio l’ultimo adempimento in vista dell’avvio a pieno regime della XVI legislatura si è risolto con sette presidenti a Forza Italia, quattro alla Lega e tre ad Alleanza nazionale. Il patto tra Pdl e Carroccio ha vacillato solo in tre casi in cui è stato necessario il ballottaggio. Ma la navigazione è stata, complessivamente, molto più liscia del solito. Alla guida della commissione Affari costituzionali torna l’azzurro Donato Bruno, già presidente nella XIV legislatura. Sarà affiancato dai vicepresidenti Jole Santelli (Fi) e Roberto Zaccaria. Alla commissione Giustizia arriva l’avvocato di An Giulia Bongiorno. An, dopo il ministero, conquista anche la commissione Difesa con Edmondo Cirielli. Agli Esteri, con un po’ di fatica, passa il leghista Stefano Stefani. Passa, invece, senza intoppi la candidatura blindatissima di Giancarlo Giorgetti alla presidenza della commissione Bilancio.
L’altra commissione economica, la Finanze, va a Forza Italia con Gianfranco Conte. L’azzurra Valentina Aprea, già sottosegretario all’Istruzione e impegnata da sempre sul fronte dell’educazione, conquista la commissione Cultura. In commissione Ambiente va Alessandro Alessandri. Alla guida della Trasporti viene eletto Mario Valducci (Pdl). Grande escluso l’ex ministro aennino Mario Landolfi, che interpellato si limita ad esprimere i suoi auguri al collega. Senza problemi l’elezione del leghista Andrea Gibelli alle Attività produttive. È di An il presidente della commissione Lavoro, Stefano Saglia, mentre agli Affari sociali torna il forzista Giuseppe Palumbo, con Paolo Russo che va all’Agricoltura. Ballottaggio anche alla Politiche Ue dove l’azzurro Mario Pescante passa solo al secondo turno. Vanno all’opposizione le presidenze delle Giunte di Montecitorio: Pierluigi Castagnetti alle Autorizzazioni, Maurizio Migliavacca alle Elezioni.
Al Senato è il Pdl a fare un en plein quasi completo, con Forza Italia a quota nove e An a quota tre. Se al partito di via della Scrofa vanno presidenze pesanti come la Giustizia con Filippo Berselli, la Finanze con Mario Baldassarri e l’Industria con Cesare Cursi, il movimento che fa capo al presidente del Consiglio incassa tutte le altre. I nomi sono quelli di Carlo Vizzini agli Affari costituzionali, Giampiero Cantoni alla Difesa, Antonio Azzollini alla Bilancio, Guido Possa all’Istruzione, Luigi Grillo alla Lavori pubblici, Paolo Scarpa Bonazza Buora all’Agricoltura, Pasquale Giuliano alla commissione Lavoro, Antonio Tomassini alla Sanità e Antonio D’Alì all’Ambiente. Fa eccezione la commissione Esteri dove il leader dei liberaldemocratici Lamberto Dini vince la partita della riconferma. Alla Lega spetterà, tra qualche giorno, la commissione Politiche dell’Unione Europea, cui è destinata Rossana Boldi. Sempre al Senato, alla Giunta delle immunità e delle elezioni - che va all’opposizione - approda Marco Follini con Francesco Rutelli approda alla guida del Copasir, l’ex Copaco.

Resta, invece, da giocare la partita della Vigilanza Rai dove l’opposizione spinge per Leoluca Orlando. Il centrodestra, però, non vuole neppure sentir parlare dell’ipotesi di concedere questa commissione all’Italia dei Valori.

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