Dino accusa Svastichella: «Hai rovinato la mia vita»

Si svolgerà oggi l’interrogatorio di convalida dell’arresto di Alessandro Sardelli detto «Svastichella», l’uomo di 40 anni arrestato martedì, quattro giorni dopo l’aggressione di due omosessuali davanti al Gay village all’Eur, e ora accusato di tentato omicidio e lesioni gravi. Ad ascoltarlo il gip Renato Laviola. «Svastichella» è stato riconosciuto da almeno cinque persone come responsabile dell’aggressione, e dell’accoltellamento, di uno dei due gay ancora ricoverato nell’ospedale Sant’Eugenio. L’inchiesta a carico dell’uomo dovrebbe concludersi in tempi brevi: l’accusa sarebbe intenzionata a depositare gli atti entro settembre.
E ieri, nel giorno dell’attentato alla discoteca Qube di Portonaccio, che ha reso ancora più tetro l’umore della comunità gay della capitale, è da registrare lo sfogo di Dino, l’omosessuale che ha avuto la peggio nell’aggressione della scorsa settimana. «Mi hai rovinato la vita - ha detto Dino rivolgendosi al suo aggressore - hai lasciato un segno indelebile: non per la cicatrice ma per lo choc che non so quando supererò e per l’occasione che avevo di un lavoro e che adesso ho perso». «Non so - ha proseguito Dino - se riuscirò a rimanere a Roma. A settembre avrei dovuto ottenere un lavoro come parrucchiere ma adesso non lo avrò più perché non so ancora quando riuscirò a rimettermi. Tornerò nel mio paese nei prossimi giorni per essere ancora assistito. Ero stato anche invitato al Gay Village per l’ultima serata, il 12 settembre, ma non ci tornerò perché sarebbe come rivivere un incubo in quello stesso posto dove sono stato accoltellato». Dino ha anche ricordato con dolore l’indifferenza della gente: «Mi sono sentito un rifiuto dell’umanità, fortunatamente c’erano degli amici altrimenti sarei rimasto a terra nel sangue. Perfino un venditore ambulante di panini che era lì fuori si è rifiutato di aiutarmi, dicendo “Toglietemelo di torno”».
E ieri seguendo le indicazioni del sindaco Alemanno, Eur Spa ha installato una nuova telecamera al Gay Village.

«Rafforzare le misure di sicurezza - dice Imma Battaglia, presidente di Gay Project - è una risposta concreta che serve ad isolare i violenti così come l’impegno concreto in termini politici venuto da Alemanno nell’incontro con le associazioni sulla legge anti omofobia. Ora sarebbe necessaria una risposta corale della politica da destra a sinistra che dia il segno di una reazione immediata alla violenza di queste ore».

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