La diplomazia del «vaffa» Quando i leader sbottano

La diplomazia? La parola affascina, riempie la bocca, a volte il cervello, dice molto, anzi, in verità, non dice nulla, il vuoto vestito con eleganza. Lo aveva scritto anche un compatriota di Nicolas Sarkozy, dico Honoré de Balzac nelle sue «Illusioni Perdute»: «La diplomazia è la scienza di coloro che non ne hanno alcuna e sono profondi per la loro vuotaggine». Prendete, appunto, i leader europei che discutono del futuro, loro e, innanzitutto dovrei dire e pensare, di noi altri.
Si ritrovano, si riuniscono, pranzano, cenano, si scambiano doni e riverenze, sembrano davvero maturi, equilibrati, sereni, distaccati, superiori alle bassezze della vita quotidiana, incapaci di perdere la pazienza, tolleranti davanti a una torta in faccia, ai fischi assordanti dei contestatori, ai tentativi di aggressione. Poi scatta il neurone, il sangue si scalda, esaurita la pratica regali, digerito il cibo sontuoso, il politico europeo, premier, cancelliere, comunque capo di un governo, butta nel cestino dei rifiuti la buona creanza, il fair play, dimostra e si mostra per quello che è, che era in fondo prima che la festa avesse inizio.
Ultime di cronaca e di video: Nicolas Sarkozy, per esempio, il connazionale di Balzac, sta vivendo un momento di grande pubblicità, all’estero, perché quando torna sotto la Tour Eiffel nemmeno la sua signora riesce a cantargli la marsigliese. Sarkozy, dunque, ha messo il broncio con gli inglesi che hanno deciso di restare sull’isola, ponendo il veto agli accordi altrui, negativi per l’economia britannica. Fino a metà settembre Sarkozy e Cameron erano gli eroi della liberazione della Libia, insieme in visita agli ospedali di Bengasi, insieme sull’elicottero, abbracciati, sorridenti. Ma è roba vecchia, l’euro spinge. Bruxelles non è Bengasi e, dunque, il presidente parigino, al momento di salutare i convenuti all’ultimo consesso, ha baciato, come un datato viveur di Pigalle, la mano a una bionda signora, poi ha incrociato sul proprio percorso il premier inglese Cameron che tentava di salutarlo per pura cortesia e formalità made in United Kingdom, ma il galletto di Francia ha tirato dritto, nemmeno uno sguardo, nemmeno il gesto di educazione, noblesse oblige dicono al Paese suo, lasciando il suo collega inglese con la mano a mezz’aria, come un questuante e lo sguardo da mister Bean, immagine che riprenderò a breve. Del resto lo stesso Cameron aveva definito Sarkò un hidden dwarf, un nano nascosto, ambiguo, roba forte però meno pesante di come frau Merkel aveva etichettato il suo caro Nicolas: «Un po’ Louis De Funes e un po’ mister Bean», roba comica per intenderci, una risposta secca al francese che, lontano da Berlino, chiama la Angela la boche, che sarebbe la crucca. Insomma dei goliardi allo sbaraglio, tipi che, se potessero, si lancerebbero anche i piatti, quelli sporchi dopo la mangiata, ça va sans dire, e magari qualche sputo.
Nessuno sfugge a internet e Youtube, sono tutti ormai attori del Big Brother. È capitato addirittura al re di Spagna che, in occasione del vertice latino americano a Santiago del Cile, ha interrotto il discorso elegante del venezuelano Hugo Chávez che si era così espresso: «Un fascista non è un essere umano, un serpente è più umano di un fascista». Qui il re si è sporto in avanti, per superare il profilo di chi aveva di fianco, al secolo l'ex premier Zapatero, e ha esclamato al guerrigliero Hugo: «Por qué no te callas?». Ma perché non te ne stai zitto?
Resta memorabile la scenetta del premier lussemburghese Jean-Claude Juncker che batte tre volte con il palmo della mano la testa di Berlusconi che sta rileggendo, dotato di occhiali mai visti prima e dopo, i passaggi del proprio intervento. La reazione dell’ex primo ministro italiano è tra il basito e l’incacchiato, nel tentativo di individuare la mano e il titolare della medesima ormai defilato, chi la fa l’aspetti. Raccontate così sembrano le gag di una assemblea condominiale, laddove almeno il bacio della mano e lo scambio di doni non sono previsti dall’ordine del giorno. Tutto il resto sì, nani, crucchi e insulti.


Per tenere fresca la memoria di Sarkozy aggiungo un’altra citazione, sull’argomento, di un illustre francese, predecessore dello stesso Nicolas, Georges Pompidou: «La diplomazia è un incontro di boxe con guantoni ghiacciati, al posto del gong c’è il cin cin con lo champagne». Salute.

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