Ancora una volta lUnione europea si è fatta interprete delle esigenze delle piccole e medie imprese (Pmi). È ciò che è avvenuto mercoledì scorso, con una votazione carica di novità per le imprese di dimensioni più ridotte. La direttiva, che si inserisce allinterno delle azioni per uscire dalla crisi, prevede la semplificazione della contabilità per le cosiddette «microentità», vale a dire per le imprese che fatturano meno di un milione di euro allanno, che hanno meno di cinquecentomila euro di totale a stato patrimoniale e meno di dieci dipendenti (in media e nellarco dellintero anno). Va chiarito che almeno due di questi tre requisiti devono essere rispettati.
Le Pmi, grazie alle loro caratteristiche specifiche, hanno dimostrato di costituire sempre più lossatura delleconomia europea, ed è proprio grazie a loro che il nostro sistema non è imploso, come sarebbe successo se ci fossimo affidati a uneconomia di carta.
Tra gli interventi individuati, la contabilità è stata considerata come uno degli elementi chiave per alleggerire gli oneri a carico delle imprese. Si è quindi osservato che luguaglianza di doveri amministrativi è un macigno che grava sulle imprese di dimensioni minori, dal momento che drena risorse umane ed economiche sproporzionate rispetto al volume daffari. A questo punto si è pensato di adottare un sistema simile a quello che il codice civile italiano già prevede per le società semplici: sollevare le imprese più piccole dallonere di presentare la contabilità.
Già in fase di votazione si è pensato alle controindicazioni, e si è previsto su quali aspetti il recepimento da parte dei parlamenti nazionali dovrà essere più specifico. In particolare, in Paesi come lItalia, con la stragrande maggioranza delle imprese ricadenti allinterno di questi limiti, non si può pensare che una funzione aziendale così importante e così delicata venga improvvisamente cancellata. Sarà bene per le imprese continuare a misurare i risultati per monitorare la gestione e per fornire elementi di valutazione ai creditori, così come sarà bene che lo Stato richieda almeno alcune formalità a fini statistici e fiscali. Tuttavia, la grande innovazione è il risparmio in bolli, spese notarili e adempimenti che rendono sempre meno attraente limprenditoria in Europa e soprattutto in Italia.
Cè da rallegrarsi per tutti gli artigiani, per i piccoli imprenditori, ma anche per le imprese turistiche che, grazie alla stagionalità, non superano la soglia relativa alle risorse umane impiegate. Appena questa direttiva sarà recepita, il risparmio sulle spese amministrative libererà risorse che gratificheranno maggiormente chi, giorno dopo giorno, aggiunge valore al Pil italiano, risorse che potranno essere investite in innovazione o per lampliamento delle aziende, stimolando una ripresa che tutti auspichiamo.
Sarà compito dei parlamenti nazionali utilizzare questa direttiva come strumento di semplificazione burocratica e amministrativa, regolata in modo da non rendere rilevante l«effetto soglia» che, inevitabilmente, si accompagna a questo genere di provvedimenti.
*Europarlamentare Pdl
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