Politica

IL DIRETTORE DE «L’ALTRO» PIERO SANSONETTI

Da «Europa», quotidiano di area Pd: «Ma Sansonetti, perché lo fa?»
«Sì, mi stanno massacrando tutti. Pensi che il Manifesto mi ha dato del venduto domandandomi perché a Porta a Porta non ho tirato una scarpa al premier».
Ecco, perché?
«Lui era in studio a Roma, io in collegamento da Olbia, non gli sarebbe arrivata».
La sua parte politica grida al regime e lei scherza.
«Al mio primo comizio per il Pci mi dissero: devi parlare un’ora. Ma in piazza non c’era nessuno, così dopo venti minuti smisi. Venni rimproverato: errore gravissimo, centinaia di persone ti ascoltavano dietro le finestre. Si figuri se non vado in tv a dire la mia a 5 milioni di persone».
Per questo è andato a «Porta a Porta» nonostante i veti di Franceschini?
«Guai all’Aventinismo».
Poi però lei va lì e nemmeno fa una delle dieci domande di «Repubblica» su Noemi...
«A parte che la mia militanza di sinistra non si risolve certo nel prendere ordini da Franceschini e da De Benedetti, io dico: ha più senso chiedere conto al premier della libertà di stampa e delle leggi xenofobe sull’immigrazione o domandargli con chi scopa? Il Pd ha chiesto le dimissioni di Berlusconi su Noemi. Berlusconi a Prodi le chiese sugli albanesi morti in mare!».
Vabbè, ma sulle escort il centrosinistra ha imbastito una campagna forte...
«Sì, col risultato che un osservatore straniero che non conoscesse l’Italia potrebbe pensare che il capo dell’opposizione sia la D’Addario».
Non era Fini il leader Pd?
«Un po’ troppo a sinistra per loro, e di ben altro livello. E poi il vero leader del Pd è De Benedetti».
Vuol candidarsi col Pdl?
«Ah ah. Il problema è che oggi è impossibile schierarsi col Pd. Sono il frutto marcio della Dc. La Dc gestiva il potere, ma almeno aveva un programma, una proposta culturale. Il Pd è solo la degenerazione di quel modo di fare politica. E poi ha ragione Brunetta».
È diventato anche amico di Brunetta?
«Ha ragione lui: la borghesia è marcia in Italia. La borghesia che fa capo a De Benedetti non è migliore di quella che sta con Berlusconi. Solo che Berlusconi ha proposto un sistema di valori e idee. Che per me sono orrendi, dal mercato alla competitività, ma sono comunque valori e idee. Se anche un giorno perdesse le elezioni, il berlusconismo vivrà in eterno per colpa di questo Pd».
Lei fa il duro e puro, poi però va in piazza con loro per la libertà di stampa.
«Ma se l’hanno rinviata per i nostri soldati morti in Afghanistan! Anche lì, ma perché rinviare? Bisognava legarla alla richiesta di pace, se mai».
Ma il Pd non ha chiesto il ritiro.
«Sì appunto, l’unica voce a favore del ritiro è stata quella di Bossi, veda un po’».
Comunque il 3 ottobre andrà in piazza con loro.
«Io ho chiesto che si manifestasse contro tutti i padroni, come si diceva una volta, e per la libertà di tutti. A me non sono piaciute né la campagna sulle escort né quella su Boffo. Ma non vedo differenza fra la querela di Berlusconi a Repubblica e quella di Fini al Giornale».
Allora il titolo di questa intervista è: Sansonetti non va in piazza?
«Può darsi. Se ci andrò sarà per portarci la mia linea: bisogna essere equidistanti».
Lei dirigeva «Liberazione», ora ha fondato «L’Altro». Il 23 settembre esce il «Fatto Quotidiano». All’opposizione manca un grande giornale che dia voce a tutti?
«Sì».
Il «Fatto» le ruberà copie...
«Ma no, loro sono di destra».
Di destra?
«Rispetto a me sono moderati. Anche forcaioli, va bene. Ma sa cosa? Io spero che le loro battaglie non passino, ma sono meglio loro del neolegaritarismo di Repubblica.

Travaglio e Colombo forcaioli lo sono da sempre, almeno sono coerenti».

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