Caro direttore,
ho letto i tuoi articoli e le tue dichiarazioni sulla nomina di Renata Polverini a candidata governatore della Regione Lazio per il Pdl. Devo dirti che non condivido la tua contrarietà a questa scelta. Anzi, sono convinta che Renata saprà interpretare perfettamente il non facile compito che le è stato assegnato e raggiungere l’obiettivo di riportare una delle regioni più importanti d’Italia nell’area del centrodestra. La mia non è solo una speranza o un augurio. È un ragionamento che parte dall’analisi di quanto Renata Polverini ha saputo fare a capo dell’Ugl, l’unico sindacato di destra. È approdata su quella poltrona dopo una lunga gavetta in un mondo, quello del lavoro, che come noto non è particolarmente generoso con le donne. Il prestigio del suo curriculum non credo possa essere messo in discussione da nessuno. Prima donna in Italia segretario generale, si è seduta al tavolo di trattative fondamentali, come quelle Alitalia, Fiat, Thyssen, pubblico impiego. E sempre con successo, tanto che l’Ugl ha aumentato iscritti e raggiunto un peso politico come mai era successo prima.
Capisco, scusami la semplificazione, che una donna e per di più sindacalista possa far storcere il naso a chi nel centrodestra è abituato a ragionare per categorie umane e sociali. Io penso invece che vada dato merito a chi tra noi sia andato in avanscoperta in campo avverso, come è quello sindacale. Non possiamo lamentarci che fabbriche, giornali e case editrici siano in mano alla sinistra e poi azzoppare chi provenendo da destra tenta, tra l’altro con successo, di spezzare tale monopolio.
Renata Polverini ha anche una storia politica molto chiara, che in questo momento potrebbe giocarle contro dentro il Pdl. È una finiana doc, diciamo pure che è la candidata del presidente della Camera che, anche legittimamente, da un po’ di tempo non gode di buona stampa nell’area del centrodestra, soprattutto di quella che tu dirigi. Non ho mai fatto mistero delle mie critiche al presidente Fini, sia quando ero parlamentare di An sia dopo. Ma detto questo sono convinta che la politica non possa essere fatto personale, non al punto da condizionare scelte decisive come quella del governatore del Lazio. Anzi. Per questo, a differenza tua, sostengo con forza e convinzione la candidata Renata Polverini. È bene che arrivino in politica donne che hanno risalito con le proprie gambe la strada del consenso. Capisco, caro direttore, che tutto questo potrebbe non bastare a convincerti.
Non avertela male, spero che tu possa non allinearti a quel pensiero intimamente maschilista purtroppo diffuso nella maggioranza degli uomini. Perché sono certa che il cambiamento dell’Italia non può che passare dalle donne.Daniela Santanchè
Leader Movimento per l’Italia
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