Cronaca locale

Diritti gay, Sala contro Meloni (ma non si fida della Schlein)

"Il governo umilia la società. Io già scottato dal Pd". Oggi presidio in piazza. Salvini: "Non esiste genitore 2"

Diritti gay, Sala contro Meloni (ma non si fida della Schlein)

Beppe Sala non sarà in piazza Scala alle 15 con le associazioni Lgbt+, le famiglie arcobaleno e la segretaria del Pd Elly Schlein («non c'è un motivo, ma anche in funzione del corteo degli anarchici» in programma alla stessa ora «preferisco stare in ufficio o a casa a seguire un po' le cose») ma Beppe Sala dalla sede di Arcigay Milano ieri ha lanciato la manifestazione contro lo stop alle trascrizioni dei figli nati da coppie omogenitoriali. Ha sparato a zero contro il governo («noto la voglia di stravincere e umiliare chi la pensa in modo diverso e di passare sopra le istanze del Paese, ed è sbagliato. Come si fa a non sentire che la società sta esprimendo dei bisogni reali?») ma ha dichiarato senza se e senza ma che pure degli sbandierati impegni della sinistra si fida poco. «Io mi rivolgo innanzitutto al governo, perchè hanno una forza parlamentare importante e il tema delle famiglie arcobaleno non dovrebbe diventare uno scontro destra-sinistra, ma i segnali non sono positivi. E devo portare la mia parte a battagliare su questo. Però non nego che sul ddl Zan sono rimasto scottato, io e altri ci siamo esposti e poi siamo arrivati a niente». Avviso alla Schlein che parteciperà oggi al presidio «Giù le mani dai nostri figli», anche se i politici resteranno giù dal palco, parleranno solo i portavoce di Arcigay, Famiglie Arcobaleno, I Sentinelli e alcune coppie omo per portare le testimonianze. Le «soluzioni alternative» alla registrazione «sono provocatorie - sostiene Sala -, la Corte Costituzionale lascia come unica via l'adozione e sappiamo come sia difficile e farraginosa». La presidente di Famiglie Arcobaleno Alessia Crocini lancia la campagna «Disobbediamo» per chiedere ai sindaci di sfidare «la legge ingiusta, se saranno 50mila smuoveranno la situazione». Sala prima dichiara di aver valutato l'ipotesi della disobbedienza civile «ma è intervenuta anche la Procura, ho paura con una firma di dare l'illusione di aver risolto la questione. Più tardi apre, «oggi mi fermo ma al contempo mi auguro che si possa andare avanti in qualche modo, sto cercando anche io alleanze, non solo con sindaci italiani ma anche internazionali». Il Partito Gay è «lieto dell'apertura, ci auguriamo che sia supportata dai fatti e iscriva i 20 bimbi in attesa». Sala insiste con la richiesta di una discussione in Parlamento, «la mia parte politica dica con chiarezza cosa intende fare, chi è contrario dica perchè un pericolo, a chi viene tolto un diritto. Lo dice un cattolico». Anche se proprio tra i cattolici dem ci sono voci in dissenso. Da oggi «saremo in mobilitazione permanente» avverte invece il portavoce dei Sentinelli e neo consigliere regionale della lista Majorino Luca Paladini.

Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini invece ribatte che «ognuno è libero di vivere la sua sessualità come vuole, dove vuole e quando vuole. A me basta che non si metta in discussione il fatto che la mamma si chiama mamma, che il papà si chiama papà e che il bimbo viene al mondo se ci sono una mamma e un papà. Domenica» 19 marzo «non è la festa del genitore 2, che poi non capisco perchè il papà debba essere necessariamente il genitore 2. Domenica è la festa del papà». Per il deputato FdI Riccardo De Corato «nelle parole del sindaco Sala c'è un errore di fondo: non è il governo che vuole stravincere ma lui stesso che vuole strafare». A Matte Forte (FdI) ribadisce che «chi ha illuso le persone e ha spacciato loro una cosa di cui non disponeva è Sala. Che vendesse illusioni è certificato dal fatto che nella sua risposta del primo febbraio alla mia lettera del 5 luglio 2022, il Prefetto scrive che ad ogni trascrizione il Comune stesso avvisava la Procura. Il Governo ha ristabilito l'ordine, altro che umiliazione.

È Sala che dovrebbe chiedere scusa».

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