Diritti televisivi: il processo al Cavaliere verso lo stralcio

MilanoIl processo a Silvio Berlusconi per la vicenda dei diritti tv di Mediaset potrebbe essere separato da quello agli altri undici coimputati: un modo per rispettare da un lato gli impegni istituzionali del premier, e dall’altro consentire al resto del processo di proseguire in tempi ragionevoli verso la conclusione.
A ipotizzarlo esplicitamente, nel corso dell’udienza di ieri, è stato il presidente del tribunale Edoardo d’Avossa. È lo stesso giudice che nei mesi scorsi aveva preferito tenere congelato l’intero processo, in attesa che la Corte costituzionale si esprimesse sulla legittimità del lodo Alfano, la norma che bloccava i processi ai vertici dello Stato. Ma ora - bocciato il lodo e ripartito il processo - il tribunale si sta confrontando con la difficoltà concreta di processare un imputato la cui agenda istituzionale è non solo assai fitta ma anche in continua evoluzione.
Ieri i legali del capo del governo hanno fatto presente che Berlusconi sta per intraprendere un viaggio di Stato in Israele. La Procura ha cercato di vederci più chiaro, chiedendo di verificare se era stato fissato prima il viaggio o il calendario delle udienze. Il tribunale si è rifiutato di seguire il pm De Pasquale su questo sentiero e ha rinviato il processo all’1 marzo, dopo di che il giudice d’Avossa però è sbottato: «Se continuano gli impedimenti saremo costretti a stralciare la posizione dell’imputato Berlusconi... Se si va avanti così non c’è altra strada».

Si tratterebbe di un rimedio già adottato all’epoca del processo Sme, quando Berlusconi vide stralciata la sua posizione dal processo principale proprio per i suoi impegni di governo. Venne poi processato a parte, e prosciolto dalle accuse.

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