Francesco Bardaro Grella
Avevamo espresso perplessità su «Trambus Abile Mare» ma avevamo promesso di congelarle nellattesa di poter sperimentare liniziativa. Labbiamo fatto e purtroppo le perplessità si sono trasformate in imbarazzanti certezze.
Ieri è partita la prima corsa del servizio che, nelle intenzioni, avrebbe garantito il trasporto gratuito ai disabili che volevano andare a godersi il mare di Ostia. Alla corsa inaugurale Il Giornale cera. Anzi cera solo lui. Il fantastico pullman, fiore allocchiello della flotta capitolina, era desolatamente vuoto e lo è stato per tutte le otto corse in programma per la giornata. Alla presentazione delliniziativa i dubbi erano sorti per la scarsa capienza del pullman (26 posti), per i soli due giorni di servizio settimanale, per il luogo della partenza (piazza dei Cinquecento). Questi dubbi purtroppo si sono confermati tutti, con imbarazzo e desolazione e a questi se ne sono aggiunti altri. Innanzitutto la divulgazione dellevento, praticamente nulla. Ma se anche vi fosse stata gran pubblicità sulliniziativa, non si sarebbe fatto altro che ingigantire la demagogia che ha accompagnato «Trambus Abile Mare». Perché di demagogia si tratta quando si pensa che un disabile in sedia a rotelle raggiunga, non si sa come, piazza dei Cinquecento. Se, infatti, la raggiunge con i propri mezzi, allora avrà anche la possibilità di raggiungere Ostia da solo; se a Termini ci arriva con i mezzi pubblici con questi potrà raggiungere anche il litorale; se qualcuno lo ha accompagnato a prendere il mega-pullman, potrà anche accompagnarlo fino al mare. È pressappochismo anche quando si propaganda che il pullman raccoglierà altri passeggeri lungo il percorso e non si specifica dove. Affinché gli autisti capiscano che quella persona in sedia a rotelle vuole salire, bisogna che si sbracci oppure deve fare un fischio? O forse verrà prelevato chiunque non cammina con le proprie gambe e si trova sul ciglio della strada, pur di riempire il super-mega-pullman? Non esistono infatti fermate lungo la strada, se non quelle delle normali linee dellautobus. È ancora demagogia quando si assicura che a bordo del mezzo super-attrezzato ci sarà, ad ogni corsa, un assistente sociale del comune. Alla corsa di inaugurazione nessuno dal Campidoglio si è fatto vedere, tanto che gli stessi autisti non sapevano se partire o aspettare ancora qualcuno. Ma in fondo, lassistente sociale capitolino chi avrebbe dovuto assistere? Forse solo i conducenti del pullman, intristiti dal desolante vuoto. È demagogia infine quando nelliniziativa si trascinano anche gli stabilimenti di Ostia, come se loro, sensibilizzati dal Comune da cotanta iniziativa, avessero solo adesso aperto le porte ai disabili.
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