Scavalcata leuforia-derby la Lazio affonda a Firenze al cospetto duna squadra in forma-Champions e che sfrutta la superiorità numerica decretata dallespulsione di Mutarelli, giunta al trentottesimo dopo che tre minuti prima il centrocampista aveva subito un cartellino giallo. Uno a zero per la Fiorentina il risultato finale, gol del redivivo Pazzini, mentre va annotata la prestazione di Marco Ballotta, sugli scudi per una serie dinterventi prodigiosi. Migliore in campo, il saltimbanco di Casalecchio di Reno è sembrato addirittura Peruzzi (proprio ieri lex portiere della Lazio ha dichiarato che tornerà nel mondo del calcio: ma lavorerà con la Roma e non a Formello) quando ha sradicato dal «sette» una bordata di Mutu. La nota lieta è comunque il disgelo del silenzio stampa, notizia in parte già anticipata nella conferenza pre-gara da Delio Rossi. Che ieri, al novantesimo, ha recriminato per aver giocato per unora in dieci: «Dal campo lespulsione mi è parsa un fallo di gioco normale. Da lì in poi è stata unaltra partita».
Al tecnico di Rimini «dispiace perdere così, ma devo dire bravi ai ragazzi, perché non è facile venire a Firenze e giocare così in inferiorità per due terzi di gara». Inevitabile da parte sua tornare sul derby («Ci ha tolto freschezza») e sulla condizione fisica al termine di una sei giorni vissuta «a tutto calcio»: «Lazio e Fiorentina - ha ammesso - erano stanche. Peccato perché anche in dieci abbiamo avuto delle occasioni che non abbiamo concretizzato». Lallenatore ha inoltre spiegato per quale motivo non si è affidato al tridente: «Giocando ogni tre giorni devo dare spazio a tutti. E poi, tra gli attaccanti Bianchi era quello che aveva giocato di più».
Rossi riesce comunque a osservare il mezzo bicchiere pieno, e fa spallucce agli errori commessi da qualche suo elemento in campo: «I giovani devono avere la possibilità di sbagliare. La Lazio ha comunque dei giocatori importanti. Meritano fiducia, devono avere la possibilità di crescere tranquilli e credo che in prospettiva possano giocare la loro parte».
Chiusura di sipario dedicata al malinteso di fine gara con Prandelli: «Cera amarezza da parte mia, sono intrattabile...". Sincero, come sempre.
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