Disarmano le guardie e rapinano portavalori

Un duro lavoro politico attende il neo-coordinatore regionale di Forza Italia, e capogruppo alla Pisana, Alfredo Pallone, alla ripresa dell’attività settembrina. Fitta l’agenda degli appuntamenti. La «road-map» prevede la nascita del coordinamento regionale del Pdl e della federazione dei gruppi consiliari. Poi tre mesi di campagna informativa e di gazebo, in vista della stagione congressuale 2009. In mezzo, a ottobre, la festa nazionale del Pdl. Ma alla Regione Lazio, in aggiunta, settembre potrebbe portare la revoca del commissariamento della sanità a Marrazzo. C’è da risolvere in tempi rapidi il nodo dell’Alitalia, del San Giacomo, di Malagrotta. Poi c’è la Finanziaria. E dietro l’angolo, forse, il voto anticipato.
Pallone, dopo la tempestosa notte del 4 agosto, sull’assestamento di bilancio il dialogo alla Pisana è finito o ci sono ancora margini?
«Non possiamo più continuare così. Siamo all’opposizione, ma abbiamo sempre fatto proposte costruttive. Purtroppo questo senso di responsabilità non paga. La maggioranza in Regione è divisa su tutto. L’unico collante che la tiene in piedi è la guerra a Berlusconi».
Forse pure l’attaccamento al potere, no?
«Ah, quello poi, non c’è dubbio. Hanno inventato un nuovo meccanismo di fusione fredda che li salda con forza incredibile alle poltrone».
E Marrazzo?
«Lui parla sempre di scelte condivise. Ma in realtà è in balìa di una sinistra radicale, che è rimasta ferma a piazza Navona (il No Cav Day, ndr)».
Difficile, quindi, un confronto politico alla Regione?
«Direi quasi impossibile. Anche i sindacati sembrano a un passo dalla rottura».
E la concertazione?
«Quella è sparita da un pezzo dal vocabolario della giunta Marrazzo. La crisi è generale: rifiuti, sanità, urbanistica. L’ultimo piano paesaggistico regionale, ad esempio, è stato devastante. Poi c’è la casa».
A proposito di casa, tutti concordano che la riforma dell’Ater non è più rinviabile, troverete un’intesa almeno su questo?
«Ho perso le speranze. Di una nuova legge se ne parla da anni, ma finora la sinistra ha fatto solo delle manovre finanziarie. Con le solite regalìe alle onlus. Lo sconto dell’80 per cento sui fitti nei locali. L’assestamento di bilancio è una manovra contabile, invece è stato il veicolo per approvare provvedimenti come quello. In piena notte».
La Regione ormai è in standby, come si esce dallo stallo politico?
«La maggioranza deve sottoporre il proprio operato al popolo sovrano. Le democrazie si reggono sul consenso, senza quello i danni sono difficilmente riparabili».
Il voto, insomma?
«È l’unica».
Ma Marrazzo, dopo avere detto no alle Europee, lascerà prima del 2010?
«Il problema non è quello che vuole fare lui, ma la maggioranza che lo sostiene. A sinistra, è evidente, puntano a tenerlo il più a lungo possibile alla presidenza della Regione».
Bisogna capirli, hanno perso le Politiche, poi le comunali di Roma...
«E perderebbero anche il Lazio, per loro più tardi si vota meglio è.

Purtroppo sono rimasti agli anni ‘60, al volantinaggio davanti alle fabbriche. Non hanno capito che quegli anni sono finiti, la gente vuole fatti concreti. È per questo motivo, lo dico da neo-coordinatore regionale, che Berlusconi ha vinto le elezioni in Italia».

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