Bisogna che anche i poliziotti e i carabinieri, come noi giornalisti, se ne rendano conto in fretta: in Italia il clima è cambiato e occorre adeguarsi. Non è difficile. Basta lasciarsi trascinare dall’onda e assecondare i più forti che, in questo momento, sono particolarmente prepotenti. La moda in genere è preceduta da avvisaglie, vale la pena di imparare a coglierle. Noi gazzettieri abbiamo il naso lungo e, fiutando l’aria,abbiamo capito:non è più tempo di giocare con la libertà di stampa e stupidaggini simili. Conviene stare abbottonati per non andare in galera.
E voi, cari agenti e cari militari nei secoli fedeli, sbrigatevi a fare altrettanto, visto come vi trattano. Il vostro motto va aggiornato così: evitare grane. Pertanto, quando siete chiamati ad andare in piazza per sedare tumulti, manifestazioni in procinto di degenerare, scontri eccetera tenete presente che il mondo vi guarda con occhi strabici. Macchine fotografiche e telecamere sono puntate su di voi, pronte a scattare istantanee e a filmare le vostre gesta, trascurando ovviamente quelle dei dimostranti. Il giorno stesso, o quello successivo, il materiale visivo sarà usato contro di voi quale prova che siete dei picchiatori.
Siti internet, emittenti televisive e giornali divulgheranno immagini scioccanti: giovani sanguinanti, pestati, aggrediti, manganellati; inoltre, automobili ribaltate, cassonetti rovesciati, nuvole di fumo lacrimogeno. E i commentatori grideranno: ecco i documenti inoppugnabili delle barbarie commesse dalle forze dell’ordine, fasciste e al servizio dei padroni. È successo anche giovedì in occasione delle proteste a Torino, Roma e Milano, i cui partecipanti (non tutti per carità), seguendo schemi collaudati in mezzo secolo di casini organizzati e ormai tradizionali, hanno cominciato ad agitarsi: preludio di attacchi violenti. Infatti, di lì a poco, sono volate pietre sulle vostre teste opportunamente protette da caschi acconci.
La temperatura è salita: spintoni, tentativi dei bravi ragazzi ( pure loro con casco integrale) di sfondare il cordone delle forze dell’ordine, atto a impedire ai dimostranti di colpire determinati obiettivi sensibili, e avanti coi tafferugli. Insomma, il solito film dal titolo: azioni isolate di provocatori. In casi come questo, la vostra reazione si basa sulla biblica legge del taglione: dente per dente. Ovvero, tu dai un pugno a me e io do una manganellata a te. Ma così non va più bene, amici poliziotti e carabinieri. Vi consiglio di passare dal Vecchio al Nuovo Testamento. Siate cristiani, ma anche laici. Come? Applicando al Vangelo la teoria darwiniana dell’evoluzionismo. Non riuscite a porgere l’altra guancia perché la faccia è la faccia ed è istintivo salvarla? Voltatevi. E se il bravo giovane, che ha il diritto di protestare vivacemente, vi sferra un calcio nel sedere, pazienza, porgete l’altro gluteo.
D’ora in poi, siate gentili con chi vi picchia: consentite loro di sfogarsi, di sprigionare attraverso i bicipiti l’energia giovanile che li rende inquieti e desiderosi di risolvere i problemi della società menando le mani. Non siate bruschi, almeno voi. Un poliziotto si trova circondato da tre o quattro pugili dilettanti ansiosi di esercitare il loro sport preferito? Si rassegni a prendere qualche cazzotto, che sarà mai? Sempre meglio che finire sotto inchiesta. I dimostranti minacciano di assaltare il ministero della Giustizia? Pazienza. Tanto c’è sempre qualche sconsiderato che lancia dalle finestre del palazzo tre o quattro lacrimogeni. L’importante è che voi non accettiate provocazioni. Non ce la fate a stare fermi? Rimanete immobili, perdinci, e incassate le botte. Un tizio vi rifila una sprangata sul capo? Educatamente, chiedete scusa e promettete: non lo farò più.
Anche ieri ci sono stati disordini. Stavolta a Palermo. Avete sbagliato tutto pure lì. Se i bravi ragazzi sono incavolati neri è inutile farsi in quattro per fermarli, persino pericoloso. Molto più vantaggioso consentire loro di portare a termine la missione di distruggere tutto. Poverini, che male fanno? Sono esuberanti, rompono perché non pagano. Sono arrabbiati contro qualcuno non identificato, ma se vi mettete di mezzo voi è naturale che vi percuotano: si convincono che siate i nemici del popolo. Già, sono molto intelligenti.
Quarant’anni or sono, i contestatori sessantottini si comportarono allo stesso modo: dapprima tempestarono gli agenti di monetine in segno di disprezzo, poi, per risparmiare, ripiegarono sui cubetti di porfido offerti gratis dalle amministrazioni comunali, prelevandoli dalla pavimentazione stradale. Da ultimo, passarono alle P38 e stecchirono vari vostri colleghi, ai quali, però, furono riservate esequie solenni per la gioia degli orfani e delle vedove. Se insistete a difendere lo Stato invece che i bravi ragazzi nervosetti, farete la stessa fine dei vostri predecessori trapassati. State calmi.
Beppe Grillo ha detto ai poliziotti: venite con noi anziché contro di noi.
Si può fare. Purché vi paghi lui lo stipendio (i soldi non gli mancano) al posto dello Stato, cui avete giurato fedeltà e da cui ricevete in cambio una miseria e tante umiliazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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