Ora che l'Italia è in manutenzione dai tecnici e la politica è disconnessa, senza copertura di rete, è il momento giusto per guardarci in faccia e allo specchio. Per anni la politica si è rivolta alla pancia degli italiani, chi spingendosi fino al sottopancia, chi invece alla bile, i suoi travasi e odii viscerali. E' tempo di rivolgersi all'anima degli italiani, con disperata fiducia. La sintesi dei mali di cui soffrono gli italiani si condensa in una frase cornuta: si sono persi d'animo, hanno perso l'anima.
I guai degli italiani sono veri e seri, concreti e materiali, ma discendono da lì, da quel perdersi d'animo/d'anima. Da un verso scorati, impauriti, sfiduciati. E dall'altro cinici, disamorati, disanimati. Un paese di cartoni animati e di anime cartonate. L'emergenza vera, che nessun governo tecnico e nessuna politicuzza di basso profilo sa capire ancor prima di affrontare, è lo spread dell'anima che schizza nel nulla di un paese stanco.
Siamo passati dai Tremonti ai due Mari (Draghi & Monti) e temiamo che Mario sia diminutivo di marionetta, manovrata dai Poteri Estranei. Però è desolante la risacca della politica che si ritira lasciando carcasse alla deriva. La politica si liberò dalle idee per rispondere alle istanze concrete, ma poi non ha risolto i problemi pratici, anzi ci ha inguaiati e poi si è arresa ai tecnici. Ha tolto i sogni senza rispondere ai bisogni.
class="abody">Che crepi, allora. Chissà che nel vuoto non risorga la Grande Politica... Perché non si vive di sola Ici, mettiamo anima nelle cose.
Cazzo, siamo uomini non portafogli.
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