Le divine bellezze nell'arte di Man Ray, foto e disegni del genio surrealista

La musa Kiki: a Palazzo Reale 300 opere tra avanguardia e amore per la classicità

Le divine bellezze nell'arte di Man Ray, foto e disegni del genio surrealista
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L'autunno caldo delle mostre milanesi vede calare subito un asso, ciliegina di un programma espositivo ineditamente precoce causa Olimpiadi invernali alle porte. Ma meglio così, se Palazzo Reale apre le porte dello spazio sempre più deputato alla fotografia ad un nome come quello di Man Ray, che definire fotografo è a dir poco riduttivo. Nella sua ricchissima esistenza di sperimentatore in tutti i linguaggi delle arti visive, il pioniere del dadaismo e del surrealismo è stato da alcuni paragonato anche per la cospicua produzione a Pablo Picasso, accostamento in fondo non audace dal momento che proprio come il maestro cubista Man Ray rappresenta un monumento all'avanguardia del Novecento, emblema di quella totale libertà tecnica e poetica che appartiene solo ai rivoluzionari dell'arte.

Sono due i volti che la bella mostra di Palazzo Reale oltre 300 opere tra fotografie vintage, disegni e pellicole sperimentali mette sapientemente in luce: la grandezza innovatrice dell'artista alle prese con la magia dell'arte nella prima era della sua riproducibilità tecnica, e l'amore-venerazione per una bellezza quasi neoclassica incarnata dalle sue meravigliose donne-muse-amanti: altro fil rouge con Picasso.

E poi la serie dei ritratti degli artisti e letterati amici e compagni di ventura in quella Parigi roccaforte inimitabile, nei primi decenni del Novecento, di avanguardia e modernità: Jean Cocteau, Salvador Dalì, Amedeo Modigliani, Francis Picabia, Constantin Ferdinand Brancusi, Picasso (appunto), Georges Braque, Alberto Giacometti, Joan Mirò, giusto per fare qualche nome. Bei tempi, si direbbe, quando l'arte faceva sistema solo nel gusto di sovvertire le sovrastutture sociali e culturali (mica come oggi). In questo ubriacante vortice, però, Man Ray metteva al primo posto la divina bellezza simulacro di un mondo ideale che poteva essere sì stravolto dall'arte ma solo in un'accezione meramente tecnica. Kiki de Montparnasse, Lee Miller, Juliet Browner, Nusch Éluard, Meret Oppenheim, Ady Fidelin, sono protagoniste di immagini iconiche che ancora oggi raccontano una visione femminile libera, ambigua, potente.

Kiki, modella, cantante, regina dei café parigini (qualcuno se la ricorderà anche come musa irresistibile di Modì) fu la prima a entrare nella sua arte con la forza di una figura mitica. Con lei Man Ray realizzò alcune delle sue fotografie più celebri, come Le Violon d'Ingres, in cui il corpo femminile diventa uno strumento musicale surrealista, e Noire et blanche, sintesi perfetta di equilibrio, contrasto e mistero. Con Lee Miller, artista essa stessa e tra le prime donne fotoreporter, sviluppò un dialogo creativo intenso, fatto di scambi tecnici e emotivi. La loro relazione si concluse, ma l'influenza reciproca restò profonda. A Juliet, che sposò nel secondo dopoguerra, dopo il suo ritorno negli Stati Uniti e prima del rientro definitivo a Parigi nel 1951, dedicò alcuni dei suoi ultimi scatti più intimi e delicati.

La mostra curata da Pierre-Yves Butzbach e Robert Rocca, e promossa dal Comune (con la produzione di Silvana Editoriale) accende poi giustamente i riflettori sulle sperimentazioni fotografiche culminate nelle celeberrime "rayografie" (come egli stesso le battezzò), immagini ottenute senza fotocamera, posizionando oggetti su carta fotosensibile e impressionandoli alla luce. Il risultato? Visioni astratte, poetiche, spesso misteriose, che sembrano fluttuare tra sogno e scienza.

Accanto a queste, sperimentò anche la solarizzazione, una tecnica che, grazie alla complicità della fotografa Lee Miller, sua amante e musa, gli consente di trasformare volti e corpi in presenze spettrali, aureolate da contorni luminosi. Opere, sin dall'inizio, pervase da ironia, sensualità, provocazione e una straordinaria eleganza formale, caratteristiche che ne fanno ancora oggi un riferimento visivo per moda, cinema e design.

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