«Tutelare le donne immigrate. Stop alla poligamia e alle mutilazioni genitali. Il Parlamento Europeo sollecita migliori servizi sociali e corsi di lingua per agevolare lintegrazione delle migranti nella società e nel mercato del lavoro. Esorta poi gli Stati membri a rifiutare tutte le forme di relativismo culturale e religioso che possano violare i loro diritti fondamentali. Chiede quindi di punire i responsabili di mutilazioni genitali e dei matrimoni forzati e di mantenere l'illegalità della poligamia, nonché di concedere permessi di soggiorno speciali alle vittime di violenze».
È questo in sintesi il contenuto della relazione di Rodi Kratsa-Tsagaropoulou che mira ad adottare efficaci misure di accoglienza e di integrazione degli immigrati, soprattutto donne, che rappresentano ormai la maggioranza nell'Unione Europea; donne che lasciano il loro Paese per motivi economici, politici, catastrofi, ricongiungimenti familiari o come conseguenza di conflitti armati e non solo. Vivono nelle nostre città, ma non tutte sono integrate.
Molte vivono senza tutele mediche e legali, vilipese o sfruttate allinterno della famiglia, discriminate sul lavoro. Il tasso di occupazione delle donne migranti regolari ammonta al 44%, mentre quello di disoccupazione raggiunge il 19%. Uno dei principali problemi resta quello dellistruzione, tenendo conto del fatto che il 50% non va oltre quella obbligatoria, mentre solo il 17% arriva allistruzione superiore. La grande sfida della Ue è dunque di prevedere efficaci misure di accoglienza e di integrazione soprattutto per queste donne che «costituiscono la categoria più vulnerabile poiché sono oggetto di una doppia discriminazione basata e sullorigine etnica e sul sesso».
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