Cronaca locale

Doisneau, gli «scatti» artistici del cantore della vecchia Parigi

Grande successo per la retrospettiva dell’artista che ha immortalato vita e sogni della Francia anni ’30

Luciana Baldrighi

Un vero e proprio successo. Il cantore della periferia parigina, il grande fotografo francese Robert Doisneau, ha stregato Milano e i milanesi con le sue immagini che - come lui stesso ha scritto - mostrano «un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere». E le 119 opere in bianco e nero del grande artista francese, esposte a Palazzo Reale, continueranno a catalizzare l’attenzione di milanesi e non per tutta l’estate fino al 25 settembre.
È proprio nei sobborghi della capitale d’Oltralpe che Robert Doisneau nasce nel 1912, un luogo che segnerà profondamente la sua estetica e il suo modo di guardare alla realtà. Questo straordinario maestro dell’immagine negli anni Trenta sceglie quale sarà la strada per donare valore e dignità alla fotografia svincolandola da un carattere meramente accademico. L’abbandonare i suoi committenti di allora che si chiamavano Renault, Vogue, solo per citarne alcuni per iniziare nel 1946 la sua collaborazione con l’agenzia Rapho che durerà tutta la vita fu un segno di inestimabile coraggio.
Soggetto privilegiato del maestro è sempre stata Parigi e i parigini. Gli scatti di Doisneau sono dominati da una forte carica sentimentale: per questo motivo viene ancora oggi considerato come il maggiore rappresentante della cosiddetta «fotografia umanista», ossia quel genere di arte che punta l’accento sulla condizione dell’uomo e della società.
Il suo stile segna la storia di questa scienza e come lui stesso afferma, «lo scatto è prima di tutto un bisogno privato, un desiderio di registrare». Le immagini sono spesso la continuazione di un sogno, il tempo, il suo dilatarsi e il suo improvviso fissarsi è insieme istinto e poesia. Una delle note dominanti del suo lavoro è quello di sentirsi un «pescatore di immagini». Per fare un esempio per anni la fotografia fu ritenuta uno scatto spontaneo dell’autore in realtà Doisneau fu un attento osservatore della vita quotidiana non solo parigina ma di tutta la Francia, soprattutto del secondo dopoguerra, risultato dell’incontro del maestro con una giovane coppia di innamorati al caffè Villars.
Ma vediamo di ripercorrere le tappe della carriera di questo straordinario maestro grazie anche ad un volume antologico che accompagna la mostra della Federico Motta Editore. Robert Doisneau nasce a Chantilly nel 1912 nella periferia parigina di cui diverrà cantore. Già durante gli anni ’30 e ’40 Doisneau è impegnato a documentare la vita della «banlieue» (periferia) e dei suoi abitanti, il rapporto inscindibile tra l’ambiente e l’uomo, sui quali il suo sguardo si sofferma con altrettanta tenerezza. Debutta nel 1934 ed entra a far parte dell’agenzia fotografia Rapho, come dicevamo, mentre nel 1946 lavora con Blaise Cendrars al suo primo libro, La banlieue de Paris. Nello stesso periodo incontra Jacques Prévert. Sempre nel ’49 gli viene assegnato il premio Kodak. L’occupazione tedesca della città segna la produzione di Doisneau durante la guerra mentre i decenni successivi lo vedono spaziare dalle pagine di Life e Vogue fino ai ritratti di artisti come Queneau, Cendrars, Picasso, Braque. Testimone dei grandi cambiamenti come la distruzione dei grandi mercati di Les Halles. Nel 1956 vince anche il premio Niépce. La fine degli anni Settanta riporta Doisneau alla sua periferia. Di particolare interesse è il vasto studio a colori svolto nel 1984 nell’ambito del progetto sul paesaggio e sulla periferia delle nuove città della regione parigina. Doisneau muore nell’aprile 1994.
Estate Fotografia Milano 2005 offre al pubblico un calendario ricco di eventi, rassegne di documentari, incontri con gli autori e dibattiti e per chi opera nella fotografia la possibilità di lettura del portfolio. Come lo scorso anno l’evento centrale è costituito da due mostre oltre a Robert Doisneau. L’amore è...

organizzata dal Comune e dalla Federico Motta Editore e anche Italia - Doppie visioni organizzata da Contrasto.

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