Nostro inviato a Sanremo
Lei sbuca come un fioretto, minuta e felpata, due o tre passi per riprendersi dalle prove qui all’Ariston e poi, oplà, stende il sorriso. Che ci vuoi fare: Dolcenera, che a casa sua a Galatina chiamano Manu, parla poco, e talvolta si impappina come l’altra sera sul palco con Ilary Blasi, ma il suo portavoce rimane sempre il sorriso. Qui al Festival è diverso e mica dipende dalla nomination che si porta dietro come una investitura. Già prima di arrivare, Dolcenera era candidata alla vittoria e se lo è ancora oggi comunque un pezzo di Festival lei lo ha già vinto.
Insomma, non è più una cantante da reality.
«Quest’estate – suonavo vicino a Bologna – Maurizio Solieri, il chitarrista di Vasco, è venuto a sentirmi. Poi siamo andati a cena insieme e mi ha chiesto di collaborare con lui. Dopo qualche tempo mi fa: Manu, ma lo sai che tra i musicisti sei apprezzatissima? Quella è stata una svolta decisiva per me».
Per andare dove?
«Per capire che Music Farm mi ha fatto bene nonostante tutte le critiche che ho ricevuto. Che era giusto sfruttare la possibilità di mettermi in mostra e che poi sarebbe venuta fuori la musicista che penso di essere».
Infatti nel suo nuovo disco Il popolo dei sogni c’è anche un pezzo dei Radiohead. Ma è un po’ diverso.
«Thom Yorke, il cantante dei Radiohead, rappresenta la mia idea di cantautore. Fare il cantautore significa essere liberi di esprimersi perciò la loro A wolf at the door è diventata Il Luminal d’Immenso. Ricorda Ungaretti ma anche il luminal, cioè il barbiturico che ha ucciso Marilyn».
Però sono riferimenti abbastanza scontati.
«L’importante è che in questo disco ho imparato a parlare di me».
Ma si accorge anche di essere cresciuta?
«Se penso a certi versi di una mia canzone come Mai più noi due, non mi riconosco più. L’altro disco che ho fatto era più un contenitore. Questa è la guida del mio animo. E mentre ero impegnata a scrivere i testi, mi sono accorta di esser finalmente diventata donna, artisticamente parlando».
Quindi basta reality e paillettes?
«Sono libera come ieri sera, quando ho suonato con Maurizio Solieri quella che è la versione autentica del brano Com’è straordinaria la vita».
Spesso è l’anima che fa crescere le canzoni.
«È la maturità.
Baccini?
«Sono fidanzata con Gigi».
Vincesse?
«Farei una dedica grande così all’opportunità».
Scusi?
«Nella vita ne hai una sola. Il destino te la dà ma tu devi sfruttarla meglio che puoi».
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