Il dolore dei medici: «È accaduto l’inimmaginabile»

La fuga dall’ospedale è già cominciata. I pazienti scelgono di andarsene, i malati preferiscono curarsi a casa. È quanto sta accadendo in queste ore a Castellaneta, vivace centro turistico della provincia di Taranto, un paese ormai sotto choc dove anche chi è colpito da gravi patologie decide di non farsi ricoverare o comunque di prendere un’altra strada. L’ultimo caso riguarda una donna ultraottantenne, che dopo i primi soccorsi per un ictus ha deciso di rimanere nella propria abitazione. Per la verità anche in passato oltre il 50% degli abitanti preferiva farsi curare altrove: a Matera, ad Acquaviva delle Fonti, persino a Bari nonostante la distanza. Decisioni prese non per sfiducia nei confronti dei medici, ma verso quella struttura. E dopo la tragedia innescata dallo scambio dei gas, in tanti hanno scelto di lasciare l’ospedale: prima i degenti erano 122, da quando si è diffusa la notizia sono diventati 96. In città i dubbi si rincorrono. I parenti degli otto ricoverati deceduti nel giro di due settimane chiedono che venga fatta chiarezza.

E proprio ai familiari di quei pazienti è rivolta una nota di solidarietà diffusa da direttore, medici e infermieri della Terapia intensiva cardiologica dell’ospedale: “Le vicende di questi ultimi giorni – è scritto – hanno lasciato in noi un profondo senso di amarezza e tuttora, avendo ripercorso i fatti accaduti, sentiamo di avere eseguito tutto quello che era nelle nostre possibilità con scienza e coscienza, non potendo immaginare l’immaginabile”.

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