Non appena in Lombardia è stata appresa la notizia della nuova strage di nostri soldati a Nassirya, i tricolori a mezzasta sono comparsi in tutte le sedi istituzionali della regione. Il governatore Roberto Formigoni, prima di partire per Roma per partecipare alla prima riunione dei neoeletti alle Camere, ha voluto tributare qualche minuto di riflessione ai caduti in Irak, sospendendo la riunione di giunta. Il presidente del consiglio regionale, Attilio Fontana, ha invece voluto un minuto di silenzio nel parlamentino lombardo. «È una vicenda molto dolorosa - ha detto Formigoni in aula -; in questo momento tutto il Paese deve stringersi intorno ai nostri soldati che erano in Irak in missione di pace e che hanno sacrificato la loro vita per portare sicurezza e pace in quel paese lontano in cui l'Italia è presente da tempo su esplicito mandato dell'Onu. Ora devono prevalere i sentimenti di cordoglio per le vittime, di solidarietà e vicinanza per le loro famiglie: ci sia spazio solo per la gratitudine per questi nostri fratelli che in Irak hanno tenuto alti i valori della pace e della solidarietà contro il terrorismo che continua a colpire proprio per portare la violenza e impedire la convivenza pacifica». Quindi, su futuro della missione, il governatore è convinto che «nulla deve mutare sotto l'incalzare del terrorismo. Il nuovo governo italiano dovrà decidere con il nuovo governo iracheno la data in cui questo sarà in grado di garantire il rispetto dell'ordine pubblico nel proprio paese. Venire via un minuto prima sarebbe un segno di debolezza, un segno di paura, un segno di incapacità di mantener fede agli impegni assunti e quindi sarebbe del tutto sbagliato». Tutti uniti nel dolore, ma divisi sul futuro delle truppe italiane .«Il dolore delle famiglie delle vittime è anche il nostro - ha osservato il presidente della Provincia, Filippo Penati -. Del rientro delle truppe è opportuno parlare non tanto sulla spinta emotiva, ma coerentemente con l'impegno assunto da Prodi e dall'Unione». E Prc, col segretario Locatelli, invoca la formazione del nuovo governo per «poter attuare subito la volontà popolare di pace». Per il centrodestra, invece, non è questo il momento di parlarne. «Spero che le forze politiche di sinistra non utilizzino ancora una volta una disgrazia per strumentalizzazioni e polemiche - ha osservato la coordinatrice lombarda di An Cristiana Muscardini, responsabile per le politiche comunitarie di An, mentre il suo collega di partito, il vice sindaco Riccardo De Corato è stato ancora più diretto: «Mentre per tutti gli italiani oggi, come 3 anni fa, è un giorno di grande dolore, saranno invece soddisfatti di quanto accaduto i no-global, i centri sociali e gli amici di Caruso e Farina che durante tutti i cortei inneggiano a 10,100,mille Nassirya. Mi auguro non accada pure nel prossimo corteo del 1 maggio, perchè sarebbe uno sfregio ancora più grande alla memoria di tutti i carabinieri morti». «I nostri ragazzi sono in Iraq per una missione di pace e aiutare quel Paese a ricostruirsi un futuro - ha detto la candidata sindaco della Cdl, Letizia Moratti - sono loro grata per quello che fanno e addolorata invece per quant’è successo. Bisogna superare quanto prima questo clima d’odio». L’assessore comunale alla Sicurezza di Milano, Guido Manca, ha telefonato al comandante interregionale dei carabinieri, generale Gianfranco Siazzu, per manifestargli tutta la sua vicinanza, quindi ha chiamato anche al console generale della Romania Mircea Gheordunescu, visto che uno dei militari morti è romeno.
«Profondissimo dolore per il lutto che ha colpito Nassirya» e partecipazione «al dramma dei familiari dei militari caduti» è stata manifestata pure dal candidato sindaco dell’Unione, Bruno Ferrante. «Purtroppo - ha aggiunto - il conflitto in Irak continua a mietere vittime», e per questo ieri sera - ricordandosi che manca un mese al voto comunale - è sceso in piazza a S.Babila con sindacati e Rifondazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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