Sciopero dei tranvieri. Domani tutti a piedi. Di nuovo. E, dallinizio dellanno, questa è già la sesta volta che i milanesi si dovranno rassegnare a trovar le stazioni della metropolitana con le serrande abbassate, bus e tram fermi in deposito, Ferrovie Nord paralizzate, code chilometriche per aspettare un introvabile taxi e il traffico in tilt. Tanto per cambiare. Lorario critico, fortunatamente, in ununica tranche: dalle 8,45 alle 12,45. Sufficiente, comunque, a far uscire molti in macchina e a paralizzare la circolazione. La situazione, in realtà, potrebbe essere meno drammatica del solito, visto che a incrociare le braccia saranno i sindacati di base. I duri e puri che due anni fa misero in ginocchio Milano con una serie di scioperi selvaggi che mise a dura prova i nervi di tutti. Sindaco Albertini in testa.
Ora si replica, ma con il rispetto delle fasce di garanzia. Almeno per ora, perché sul tappeto cè una durissima vertenza per il rinnovo del contratto. E il confronto, per ora, non promette nulla di buono. E, infatti, il rischio maggiore è che ai sindacati di base si aggiungano scioperanti iscritti anche agli altri sindacati. La legge non lo impedisce e in passato è già successo. «Non credo che ci sarà una grande adesione - spiega ottimista Dario Balotta, segretario regionale Fit-Cisl -. Lultimo sciopero dei sindacati di base è stato un flop. Anche questa volta andrà così e per i milanesi i disagi saranno piuttosto ridotti». La situazione, però, non è delle più semplici. Il secondo biennio economico del contratto nazionale dei tranvieri è scaduto lo scorso 31 dicembre e il tavolo tra sindacati e aziende di trasporto è ben lontano dallapprodare a una soluzione. I sindacati confederali hanno avanzato una proposta di adeguamento salariale che chiede 111 euro lordi al mese. Le associazioni delle aziende dei trasporti locali hanno risposto di essere disposte ad arrivare soltanto fino a 60. Ancora una voragine. E in più i pasdaran chiedono altri cento euro in busta subito. Richieste che hanno fatto rizzare i capelli in testa ai dirigenti delle aziende alle prese con bilanci sempre più difficili da far quadrare, visti i minori contributi statali e gli aumenti spropositati di carburanti ed energia.
Bilancio in attivo, ma necessità di prudenza anche a Milano. Dove lAtm ha già proposto a Cgil, Cisl e Uil di collaborare per arrivare a un accordo aziendale. Un patto locale che scongiuri altri scioperi. Ma per ora non se nè fatto proprio nulla.
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