
"Volevo essere un duro, che non gli importa del futuro, un robot, un lottatore di sumo". La canzone di Lucio Corsi ha spopolato lo scorso Sanremo, è arrivata seconda sul palco dell'Ariston e ha ottenuto il premio della critica Mia Martini. Non solo. Corsi con l'album "Volevo essere un duro" (Sugar Music) si è aggiudicato la targa del migliore album in assoluto al Premio Tenco 2025. "Sono onorato, grazie mille. Sogno un futuro in cui questa rassegna abbia la stessa visibilità del festival di Sanremo" ha commentato il cantautore ricevendo il premio Tenco. Adesso i suoi fan potranno sentirlo cantare all'Ippodromo Snai di San Siro, dove domenica 7 ottobre alle 21 si conclude il suo tour, che da giugno lo ha portato in tutta Italia. Ventiquattro le canzoni in scaletta. Due le ultime tappe in Lombardia: Mantova alla fine di agosto e la chiusura a Milano.
Che cosa significhi la sua canzone più nota, lo ha spiegato il medesimo Corsi: "Parla di quanto il mondo ci vorrebbe infallibili, con la solidità dei sassi e la perfezione dei fiori, senza dirci però che tutti i fiori sono appesi a un filo. Parla, ammesso che questa canzone abbia una bocca, del fatto che sia normale diventare altro rispetto a ciò che si sognava". Insomma, un invito a non perdere la speranza se tutto sembra andare in modo diverso rispetto a ciò che si aspettava.
Nato a Grosseto nel 1993, ha iniziato giovanissimo a comporre, dimostrando di avere un talento naturale ed esibendosi nelle piazze della provincia, dove la famiglia gestisce un ristorante.
Dopo aver studiato alle superiori in Toscana, si è trasferito a Milano convinto di potercela fare a diventare un cantautore affermato. Lo scorso Sanremo l'exploit che lo ha reso improvvisamente noto a livello nazionale: è arrivato secondo anche nella classifica delle cover, cantando con Topo Gigio "Nel blu dipinto di blu" di Domenico Modugno.