Domestici insospettabili di giorno, spacciatori di pericolose droghe sintetiche di notte e nel weekend. Un'intera famiglia di filippini regolari e incensurati è finita in manette per importazione, detenzione e spaccio di una nuova sostanza proveniente dall'Asia e già molto diffusa nella comunità filippina milanese. Padre, madre e figlio, rispettivamente di 49, 46 e 25 anni, come scoperto dai carabinieri, cedevano a connazionali milanesi e non solo un'ingente quantità di dosi di cloridrato di metanfetamina, conosciuta nel gergo dei pusher come «shaboo», ma anche «ice» o «crystal» per la sua composizione granulare. I tre, residenti in viale Monza, dove sono stati raggiunti ieri dai militari, ricoprivano ruoli ben precisi. Il padre gestiva i contatti con i fornitori dal Medio Oriente, la madre custodiva le dosi, teneva la contabilità e intratteneva i rapporti con la clientela femminile. Il figlio, invece, si occupava della distribuzione tra i coetanei. Tutti e tre, infine, ricercavano i clienti e mantenevano i rapporti durante le ore di lavoro.
I carabinieri hanno sequestrato dieci telefonini, 6mila euro in contanti e un totale di 70 grammi di sostanza, che, come spiegato dagli investigatori, avrebbero fruttato fino a 140mila euro: la somma che mediamente veniva raccolta nel solo fine settimana. Lo «shaboo», infatti, viene spacciato a 50 euro a dose, molto più che la cocaina. In laboratorio si ricavano circa 40 dosi da un solo grammo e se consumata, di norma aspirandola con una cannuccia dopo averla sciolta, può dare pericolosi effetti eccitanti o rilassanti in base alla composizione. Si tratta inoltre di una droga inodore e per questo difficilmente individuabile dai cani.
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