Dompè «Sempre più innovazione per la cura delle patologie femminili»

«Oggi vi è una grande centralità della medicina di genere. Ci sono circa mille principi attivi in sviluppo, tra farmaci e vaccini, che hanno al centro le patologie femminili», lo ha affermato Sergio Dompè, presidente di Farmindustria, a margine di un incontro sulla
medicina di genere, promosso dall Società italiana di farmacologia, presso l'Istituto Superiore di Sanità. Le patologie a maggiore prevalenza femminile a cui fa riferimento Dompè sono l'osteoporosi, le malattie tiroidee, la depressione o ansietà, la cefalea o emicrania, l'Alzheimer, la
cataratta, le artrosi. Dei mille prodotti in sviluppo clinico,
350 sono in fase 1, 485 in fase 2 e 170 in fase 3. Gli ambiti di
applicazione sui quali si concentrano questi prodotti sono, cancro, diabete e artriti.
«Geneticamente la donna ha 4-5 anni di aspettativa di vita
in più rispetto agli uomini - ha proseguito il presidente di
Farmindustria - per effetto di ciò hanno un'anzianità maggiore e più incidenza di malattia, consumano piu' farmaci, usano di più i servizi sanitari e sono più soggette alle reazioni avverse da farmaci».
Il ritardo nello sviluppo della medicina di genere, secondo
Dompè, è riconducibile alle «cautele nell'arruolamento dei clinical trials», dovute soprattutto «al problema di potenziali gravidanze, in particolare nelle donne giovani».


«Questo è uno dei motivi per cui, storicamente, c'e' stata
meno incidenza di popolazione femminile nei clinical trials . Dato che viene ribaltato nel campo della ricerca farmaceutica, dove più del 50 per cento delle ricerche è svolto proprio da donne.

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