Roma - Una porzione di
parte del soffitto della Domus Aurea, l’edificio voluto da Nerone dopo l’incendio che nel 64 dopo
Cristo distrusse gran parte di Roma, è crollata. Il crollo, secondo le prime informazioni, interesserebbe il soffitto di una galleria lunga oltre un
centinaio di metri. Non sono rimaste coinvolte persone. La
parte crollata è quella del "grottone", cioè la volta dell’edificio. La
Domus Aurea è chiusa per lavori di restauro dal 2005. Sul posto, per verificare i danni
alla struttura Neroniana, ci sono i tecnici della sovrintendenza.
Il direttore tecnico: "Crollati 60mq di galleria" "La parte della galleria Traianea coinvolta nel crollo
e tra i 60 e i 70 metri quadrati". Lo ha detto Antonello Vodret, direttore tecnico della Domus Aurea. "Non si tratta della Domus Aurea - ha tenuto a precisare Vodret - ma di una delle gallerie traianee
costruite da Traiano nel 104". "Ci sono già stati altri crolli in passato questa è una situazione tipica dell’area della Domus
Aurea. Ma il crollo è il più consistente degli ultimi 50 anni", ha proseguito. "Potrebbe essere dovuto a un appesantimento del terreno per infiltrazioni
di acqua", visto che "l’area delle gallerie non è impermeabilizzata. Ogni giorno si verificano piccoli
cedimenti, ma un crollo così non è possibile prevederlo".
La reggia-universo Colossale e ricchissima. Degna reggia di un imperatore, Nerone, che si
considerava un dio e che, uccisi i consiglieri più fidati e saggi (a partire da Seneca) viaggiava a
briglie sciolte verso la follia. Mai finita, poi cancellata dai successori di Nerone, dimenticata per
secoli e risorta nel Rinascimento (di cui costituisce uno dei capisaldi di partenza). Tutto questo è la
Domus Aurea, la reggia-universo (concepita come una rappresentazione del cosmo con al centro
l’imperatore-Sole) costruita da Nerone dopo il grande incendio che devastò Roma nel 64 dopo
Cristo, che l’ultimo imperatore della dinastia Giulio-Claudia utilizzò (se non addirittura propiziò) per
i suoi imponenti piani architettonici per Roma.
L'ultima dimora di Nerone Una reggia che Nerone abitò pochi mesi, prima del
suo assassinio nel 68 d.C.. Gli estesi rivestimenti in oro che le diedero il suo nome non erano gli
unici elementi stravaganti dell’arredamento: vi erano soffitti stuccati incrostati di pietre
semi-preziose e lamine d’avorio.
La residenza dell’imperatore giunse a comprendere il Palatino, le pendici dell’Esquilino (Oppio) e
parte del Celio, per un’estensione di circa 2,5 km quadrati pari a 250 ettari. La maggior parte della
superficie era occupata da giardini, con padiglioni per feste o di soggiorno. Al centro dei giardini,
che comprendevano boschi e vigne, nella piccola valle tra i tre colli, esisteva un laghetto, in parte
artificiale, sul sito del quale sorse più tardi il Colosseo. Nerone commissionò anche una colossale
statua in bronzo di 37 metri raffigurante sè stesso, vestito con l’abito del dio-sole romano Apollo,
da cui deriva proprio il nome Colosseo.
Il soffito ruotante La parte conservata al di sotto delle successive terme di
Traiano sul colle Oppio era essenzialmente una villa per feste, con 300 stanze e non una camera
da letto e neppure sono state scoperte cucine o latrine.
Le camere rivestite di marmo finemente levigato componevano intricate planimetrie, composte di
nicchie ed esedre che concentravano o disperdevano la luce del sole. Celebre l’aula ottagona,
dove l’imperatore si manifestava come divino, tramite gli effetti di luce che l’abbaino della cupola
filtrava. Lì, al centro, Nerone poteva sentirsi come il dio Apollo. Si tramanda che gli architetti
avessero creato anche un ingegnoso meccanismo, mosso da schiavi, che faceva ruotare il soffitto
della cupola come i cieli dell’astronomia antica, mentre veniva spruzzato profumo e petali di rosa
cadevano sui partecipanti al banchetto. Gli affreschi ricoprivano ogni superficie: dalla loro
riscoperta nel XV secolo nasce il "grottesco", e tutto il Rinascimento deve molto alle volte dipinte
della Domus, dove si fecero calare per studiarli Pinturicchio, Raffaello e Michelangelo.
Anche un piccola porzione delle Mura Aureliane si è staccata all’altezza dell’Arco di via Nola. I frammenti hanno colpito un’autovettura di passaggio senza provocare feriti.
In via precauzionale è stata chiusa in entrambi i sensi di marcia via Santa croce in Gerusalemme. I vigili del fuoco stanno verificando se vi sono problemi di stabilità di altre porzioni delle mura. In passato le mura erano state interessate da un crollo di più vaste proporzioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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