Don Gallo non molla: «Invito Bagnasco al corteo no global»

L’arcivescovo: «Sono posizioni particolari». E sui campi rom dice: «No agli sgomberi indiscriminati»

Don Gallo non molla: «Invito Bagnasco al corteo no global»

Don Andrea Gallo non si è fatto remore: «A tavola - ha detto - spero di convincere anche monsignor Angelo Bagnasco a venire alla manifestazione del 17 novembre contro la spropositata richiesta di pene avanzata per i dimostranti del G8 di Genova». Ma la risposta dell’arcivescovo, ieri in visita pastorale alla comunità di San Benedetto al Porto, non è stata naturalmente quella sperata. Ai cronisti che chiedevano dettagli, Bagnasco si è limitato a dire: «Non ne abbiamo parlato. Sono posizioni particolari. Vedremo».
Bagnasco, ieri, si è soffermato invece sul ruolo della Chiesa nel sociale. «La Chiesa da sola non può e non deve farsi carico di tutte le esigenze, perché questo non è il suo compito - ha detto-. È la società nel suo insieme che deve farsi carico dei problemi e delle situazioni di disagio delle persone». Ha parlato poi del problema dei campi nomadi. No agli sgomberi «in modo indiscriminato», ma «la cultura della legalità, delle regole, il rispetto reciproco delle norme, dei valori morali di ogni Paese è il perimetro dentro al quale è possibile costruire una società buona per tutti» ha commentato. E don Gallo ha aggiunto: «Per noi accoglienza vuol dire già sicurezza».
L’arcivescovo è rimasto colpito dalla «fantasia del bene» della comunità: «Scopro ogni giorno la ricchezza e la capillarità della fraternità, della carità e dell’amore che vi è a Genova, una città che pulsa verso i bisogni altrui - ha detto- Ma non bisogna vivere sugli allori, questa tensione verso l’altro deve essere continuamente coltivata». Ciro, 30enne ex tossicomane di padre tunisino e madre italiana, ha chiesto a Bagnasco di essere battezzato, ottenendo piena disponibilità. L’arcivescovo ha pranzato a base di bollito con i preti della parrocchia, scoprendo di essere il soggetto di un ritratto. Ha chiesto al suo autore, «il Gufo», ex operaio dell’Ilva, ex tossicodipendente e malato di Aids, di vederlo e si è complimentato. «Questi drogati qualcosa la sanno fare» ha detto sorridendo don Gallo, aggiungendo che il suo «dissenso» è «un dono alla Chiesa».

A tavola, chiedendo un bis di bollito, ha accennato alla questione G8. Bagnasco ha preferito non approfondire, ma il prete di strada commenta: «Non è ostile. Non mi ha richiamato» e definisce il suo rapporto con l’arcivescovo «cordiale».

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