Riposerà, secondo la sua volontà, nel centro di cura che lui stesso aveva fondato ma non più in una piccola cappella bensì in un santuario che porta il suo nome. È qui che ieri pomeriggio sono state traslate le spoglie mortali di Don Carlo Gnocchi, il prete dei mutilatini proclamato beato poco più di un anno fa.
Lurna con il beato è stata portata a braccia dagli alpini, il corpo di cui lo stesso Don Carlo era stato cappellano durante la guerra, nella nuova chiesa costruita a lato del suo centro e consacrata lo scorso 24 ottobre, ad un anno dalla sua beatificazione.
Alla cerimonia di ieri pomeriggio oltre ai vertici della Fondazione Don Gnocchi, che gestisce in Italia 28 strutture di assistenza a disabili, anziani e malati terminali, agli operatori ed agli ospiti del centro milanese, era presente il cardinale Giovanbattista Re, prefetto emerito della congregazione per i vescovi.
«Oggi questa chiesa - ha detto il cardinale Re nel corso dellomelia - diventa un prezioso scrigno che custodirà nel corso dei secoli un tesoro: il corpo di un beato che ha fatto della sua vita un esempio di amore straordinario verso Dio e il prossimo».
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