Don Rigoldi: "Mi hanno fatto dire quello che volevano"

Il cappellano del "Beccaria" aveva lanciato accuse di fuoco a Palazzo Marino: "Ho risposto a domande capziose"

Don Rigoldi: "Mi hanno fatto dire quello che volevano"

da Milano

«Negare ai bambini un diritto sacrosanto a causa di lungaggini procedurali è uno scandalo». Con queste parole don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria, bollava giovedì scorso la presunta esclusione, dalle liste di attesa per le scuole materne di Milano, dei figli degli immigrati in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno. «Calma. Le cose non stanno più così».
Ha cambiato opinione?
«Ovviamente no. Solo che quelle dichiarazioni non hanno più senso di esistere».
Ma lei ha dichiarato a «Repubblica » che il comune di Milano deve decidere da che parte stare, che non si può da una parte fare i «patti di legalità» e dall’altra negare l’accesso alle scuole ai bambini solo perché privi di un pezzo di carta... Ha cambiato idea?
«Figuriamoci, confermo tutto».
Scusi ma allora dov’è l’errore?
«Il fatto è che ho commentato in modo corretto una situazione non corretta».
Si spieghi meglio...
«Il giornalista che mi ha intervistato mi ha dato una lettura falsata del caso. Mi ha detto che i figli degli immigrati in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno sarebbero stati esclusi».
Le cose non stanno così?
«No. Avrei dovuto parlare con l’assessore Mariolina Moioli prima di rilasciare quelle dichiarazioni. Cosa che purtroppo ho fatto solo dopo».
Cosa vi siete detti con l’assessore?
«La Moioli mi ha assicurato che questi bambini, in attesa che la posizione dei genitori si regolarizzi, saranno tutti ammessi con riserva, così come succede da sempre. Quelli non ammessi saranno solo i figli degli immigrati clandestini».
Questo invece non è grave?
«È tremendo. La scuola materna potrebbe essere un mezzo ottimo per togliere questi minori dalle strade. Ma come si fa a sapere chi sono? Purtroppo questi bimbi sono, come le loro famiglie, degli invisibili. E certo è ben difficile pensare a dei genitori, immigrati clandestini, che vengono allo scoperto giusto per iscrivere il figlio all’asilo».
Allarme rientrato allora?
«No. Resta il fatto che molti bambini, nel comune di Milano, crescono senza la possibilità di andare alle scuole materne.

Ora, senza vedere in questo una colpa da parte delle istituzioni, la situazione è allarmante. Sarebbe certo meglio accogliere negli asili questi bimbi, che rappresentano, comei loro coetanei più fortunati, il futuro di Milano».
M.P.

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