Donazioni, dopo Prodi pure Visco ringrazia la Cdl

Nel 2001 sentenziò: «È una legge scandalosa che fa solo gli interessi degli evasori»

Gian Maria De Francesco

da Roma

«È una legge scandalosa che non esiste in nessun Paese al mondo come l’abolizione della tassa di successione che restava in vigore soltanto per i molto ricchi. Ora aboliscono l’imposta solo per questi». Giovedì 10 ottobre 2001: il dsVincenzo Visco, che da pochi mesi aveva ceduto la titolarità del Tesoro a Giulio Tremonti, si era scagliato in questi termini a Montecitorio contro il ddl sviluppo del governo Berlusconi che aboliva le imposte su successioni e donazioni, istituiva la Tremonti-bis e aboliva ben 190 milioni di adempimenti fiscali inutili.
«Avete difeso gli interessi dei ricchi, degli evasori e degli autori dei più svariati crimini e non certo quelli del popolo italiano. State regalando migliaia di miliardi alla minoranza ricca», concludeva l’attuale superviceministro dell’Economia. A posteriori si potrebbe dire che i provvedimenti fiscali del governo Prodi rappresentino una sorta di ritorsione contro le classi sociali supposte beneficiarie degli interventi del precedente esecutivo.
Ma non finisce qui. Giovedì 17 ottobre 2001: è passata solo una settimana dall’anatema di Visco e dall’approvazione della legge. In quel giorno presso lo studio del notaio Gennaro Mariconda in Roma Vincenzo Alfonso Visco e la moglie Antonella Dugo sottoscrivono atto notarile pubblico con il quale ricevono in dono da Paola Rosita Dugo (presumibilmente la cognata del viceministro) il 33% della loro abitazione di dodici vani nella Capitale, in via di Tor Fiorenza. Lo ha rivelato ieri il quotidiano Italia Oggi che ha consultato le banche dati catastali dell’Agenzia del territorio attraverso il portale dell’Ordine dei giornalisti. La donazione è avvenuta secondo i dettami della legge appena approvata e tanto contestata dallo stesso Visco. È lecito dunque chiedersi il perché della tempistica giacché il viceministro si è sempre professato fautore della funzione redistributiva delle imposte. Allo stesso modo, è ipotizzabile che il parlamentare diessino abbia voluto in qualche modo risparmiare considerato che o in associazione con la moglie o in compartecipazione con le sorelle è titolare di ben 8 fabbricati e 5 terreni sparsi tra Roma, Francavilla Fontana (Brindisi) e Pantelleria.
Comunque Vincenzo Visco non è stato il solo esponente dell’Unione a beneficiare della legge Berlusconi-Tremonti. Le polemiche di questi giorni sull’indebito utilizzo dei dati fiscali di alcuni personaggi noti hanno riportato alla luce una donazione effettuata nel 2003 dai coniugi Prodi.
«Predicano bene e razzolano male», ha chiosato Giorgio Jannone (Fi). Secondo l’esponente azzurro è «curioso, per non dire inquietante che Prodi e Visco prevedano nuove pesanti tasse sulle donazioni e sulla successione dopo aver usufruito a livello personale di tutti i vantaggi possibili». Un lapsus freudiano, però, deve essere segnalato.

In un’intervista a Repubblica del 3 ottobre, Visco, per difendere la sua maxistangata definì la Finanziaria come «l’imposta di successione che Tremonti ha lasciato all’Italia». Quando si dice: la lingua batte dove il dente duole.

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