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Dondarini protesta e lascia il processo

Roma. «Questa difesa prende commiato da questa Corte per dare atto che, privati degli strumenti di difesa, non possiamo continuare». Così l'avvocato Bordoni, legale dell'arbitro Paolo Dondarini, lascia polemicamente il processo d'appello davanti alla Corte federale. «Continuare sarebbe offensivo dell'intelligenza e del buon gusto di tutti», ha aggiunto il difensore, che si è lamentato della non ammissibilità delle prove richieste e della pochezza delle motivazioni della sentenza della Caf. Il presidente della Corte, Piero Sandulli, ha replicato ricordando al legale che «non è stato privato affatto di nessun diritto di difesa». In primo grado, Dondarini era stato condannato a tre anni e sei mesi di inibizione. In precedenza l’arbitro, unico tra i personaggi a giudizio a prendere la parola, aveva detto: «La mia è una situazione difficile, anche se sono accusato ingiustamente. Non ho nulla da aggiungere dal punto di vista tecnico e scusate la mia emozione.

Ma essere incolpati e già condannati per un'azione non commessa è una cosa che non si può accettare».

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