Le ragioni di uno sciopero, per quanto condivisibili, devono sempre unirsi allo spirito di solidarietà sociale. Non ditelo alla signora Seti, milanese di anni 84, che per colpa del blocco dei taxi è stata la protagonista di una brutta avventura. Ieri pomeriggio, appena scesa dal treno Genova-Milano, con due fasciature alladdome, ha cercato di prendere un taxi davanti alla stazione Centrale per tornare a casa. Ma nessuno degli oltre cento tassisti fermi in sciopero in piazza Duca dAosta ha voluto dare un passaggio alla povera vecchietta.
A nulla servono le sue preghiere. Tutti hanno troppa paura di esser scambiati per crumiri e subire il linciaggio della folla, innervosita dal caldo e impegnata nellostinata astensione dal lavoro per protesta contro il decreto Bersani, che ha tra gli obiettivi la liberalizzazione delle licenze per i taxi. E questo in barba alla garanzia di servizio per soggetti particolarmente bisognosi come bambini, donne in gravidanza, disabili e, appunto, anziani. Eppure la signora Seti rimane in attesa nellindifferenza generale: «Prenda i mezzi pubblici, oggi non posso caricare nessuno», si scusano a turno gli autisti.
La poverina, al terzo rifiuto, scoppia in lacrime. La scena che attira lattenzione di una ragazza, anche lei bloccata nellinutile attesa di una vettura bianca. La giovane a questo punto si sbraccia e richiama lattenzione di altri scioperanti. Soltanto allora un volontario si è fatto avanti e, impietosito, concede una corsa (ovviamente gratuita) allanziana e acciaccata passeggera.
Questo è uno dei tanti episodi di disagio che hanno colpito i milanesi nellestenuante attesa di una vettura bianca a Linate, in stazione Centrale, in piazzale Cadorna, davanti al Duomo e in ogni area della città destinata al servizio taxi.
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