Lorenzo Amuso
da Londra
La prima volta che è tornata a guardarsi allo specchio, dopo oltre 25 anni di ombre e buio, Joyce Urch non ha saputo evitare di chiedersi se quella donna fosse veramente lei. Risvegliatasi dal coma, l'anziana nonna di Coventry, praticamente cieca dal 1979, aveva appena scoperto di aver recuperato la vista. Una guarigione imprevedibile quanto inspiegabile, commentano ancora increduli i medici che l'hanno assistita, incapaci di formulare una giustificazione scientifica. Neppure suo marito Eric, un ex minatore di 77 anni, sembrava disposto a crederele. «Quando mi ha detto che riusciva a vedermi, non ci credevo. Le ho chiesto di che colore fosse il mio maglione. Grigio, mi ha risposto. Aveva ragione. Deve essere una specie di miracolo, non avrei mai pensato che Joyce sarebbe tornata a vedere».
Ricoverata 16 mesi fa al Walsgrave Hospital per un dolore al petto, per tre giorni le condizioni dell'anziana madre di cinque figli erano rimaste in sospeso tra la vita e la morte a causa di un attacco cardiaco. Poi il risveglio, e l'inattesa sorpresa, saluta al grido: «Ci vedo, ci vedo!». Un epilogo inimmaginabile, che ha colto di sorpresa anche la figlia maggiore, Carol, 46 anni, ormai rassegnata al peggio. «Quando è entrata in ospedale abbiamo pensato che non sarebbe sopravvissuta - ha ammesso la figlia -. È davvero strano perché i medici non avevano saputo dare alcuna spiegazione scientifica quando mia madre aveva perso la vista. E non sanno darne una neppura adesso per questa miracolosa guarigione». Una storia simile a quanto avvenuto, sempre a Coventry, nel 2000, quando un anziano di 76 anni aveva recuperato d'un tratto la vista. Anche in quell'occasione i medici non furono in grado di capire cosa fosse successo. «Altri membri della mia famiglia hanno perso la vista - racconta ora Joyce -. Quando avevo cominciato a non vedere più bene, mi era stato detto che si trattava di una degenerazione genetica. E, nonostante i trattamenti curativi, in poche settimane sono diventata cieca».
Una diagnosi che non convince Ian Murdoch, primario del Moorfields Eye Hospital di Londra, secondo cui la cecità della Urch avrebbe avuto origine non dal glaucoma, ma dalla cataratta. «L'attacco cardiaco, o il trattamento che ha ricevuto potrebbero aver aumentato la pressione oculare - ha ipotizzato l'oculista -, provocando la caduta della cataratta. Anche se, in un caso simile, mi sarei aspettato che la donna recuperasse solo in parte». Nient'affatto, la signora Joyce adesso gode di una splendida vista, che le ha consentito di scoprire i visi dei suoi 16 nipoti, contare le rughe sul volto del marito, esaminare i suoi cambiamenti allo specchio. Il più bel regalo per le nozze d'oro appena festeggiate dalla coppia di pensionati.
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