Donna in fondo al lago: arrestati due amici

Svolta nel giallo della morte di Chiara Bariffi, 30 anni, di Bellano (Lecco). Nel 2002 scomparve e il suo corpo fu trovato nel lago di Como nel 2005 anche con l'aiuto di una sensitiva. In manette Sandro vecchiarelli, 58 anni, e Massimo Barilli, 41 anni. Sono accusati di omicidio

Donna in fondo al lago: arrestati due amici

Roma - a sorte di Chiara Bariffi, 30 anni, di Bellano (Lecco) rimase misteriosa per quasi tre anni. Scomparve il 30 novembre del 2002, dopo una serata con degli amici, e il suo corpo, all'interno della sua auto, fu trovato solo nel settembre del 2005, grazie anche all'aiuto della sensitiva Maria Rosa Busi, nelle acque del ramo lecchese del lago di Como. Ora, per quella morte sono scattati due arresti: nel carcere di Monza si trovano due degli amici che quella sera erano con lei e che adesso sono accusati dell'omicidio. Sono Sandro Vecchiarelli, 58 anni, pensionato, e Massimo Barilli, 41 anni, secondo gli investigatori entrambi con piccoli precedenti penali. Vecchiarelli è accusato anche di spaccio di droga.

Erano indagati da tempo, prima per sottrazione d'incapace, poi per omicidio, ma solo nei giorni scorsi i carabinieri di Lecco sono riusciti a completare il quadro degli elementi che hanno portato all'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare da parte del gip Elisabetta Morosini su richiesta del pm Luca Masini. Secondo la ricostruzione dei carabinieri lecchesi, Chiara Bariffi, la sera del 30 novembre di sei anni fa, dopo essere stata in alcuni locali, cominciò a stare male a causa di un cocktail di alcool, droga e psicofarmaci che i due amici le avevano fatto assumere. Vecchiarelli e Barilli, per non avere grane, avrebbero portato la ragazza a bordo della sua auto che poi fu spinta nel lago.

Alcune consulenze disposte dal pm, oltre a rilevare la presenza di alcool e droga nel sangue della giovane donna hanno anche stabilito che Chiara Bariffi morì per annegamento, segno che era ancora viva mentre la vettura sprofondava nel lago. Altre consulenze sulle ammaccature della jeep della vittima e sul tratto di strada prospiciente il luogo in cui l'auto è stata trovata hanno escluso categoricamente l'incidente stradale. Vi sono poi svariate testimonianze di persone che quella sera li videro insieme.

Quindi un'altra testimonianza, determinante per l'inchiesta e per gli arresti: qualcuno, durante quella notte, vide un carro-attrezzi nel posto dove la vettura finì in acqua: quello con il quale l'auto di Chiara Bariffi sarebbe stata sollevata per poi lasciarla cadere in acqua.

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