«Guido è una pasta duomo». Parola dell85enne zia Evelina. Che aggiunge, «una pasta duomo ma speciale». Giudizio di chi conosce Guido Podestà da quasi trentanni e che lo dice e lo ridice alla nipote Noevia. Sì, Noevia Podestà, moglie del neopresidente della Provincia di Milano. Lha seguito durante questa campagna elettorale e giorno dopo giorno ha nuovamente scoperto quello che già sapeva: «Mio marito è meraviglioso».
Virgolettato che, forse, per qualcuno sarebbe da santino elettorale ma che per la signora Noevia è una conferma dopo 28 anni di matrimonio. «Mi sono innamorata di Guido perché mi faceva ridere. Era il 1981. Il primo bacio? Il 10 luglio e da quel giorno non abbiamo mai smesso». Avete letto bene, «ventotto anni dopo, siamo innamorati come il primo giorno». Anzi, giorno dopo giorno, racconta la signora Podestà scopre che suo marito è davvero laltra metà della mela: «Guido ha grande umanità. Vive con serenità la politica grazie alle sue doti, lintelligenza e la politica. Quando cè recupera sempre il tempo perso». Sintesi, cè sempre» tranne in un caso: «Lo shopping, dopo qualche minuto dentro un negozio, Guido, si stufa. Allora, preferisco fare compere con le mie figlie ma quando si tratta di acquistare i suoi vestiti, le camicie e le cravatte, be lo facciamo insieme. Vuole che io sia al suo fianco, non sceglie niente se io non ci sono». E, attenzione, gli spiritosi sono avvisati che il neopresidente non soffre di daltonismo: «È questione di unione, di star bene insieme» osserva donna Noevia, che ha persino letto un libro a suo marito: «Shogun. Ma io amo i gialli allAgatha Christie. Lultimo libro letto da Guido? Leleganza del riccio che gli ho consigliato».
Ma le difficoltà? I problemi in casa Podestà? «Le difficoltà uniscono sempre, penso a quanto Guido cè stato, al dolore condiviso per la perdita della mia mamma. Ma anche la famiglia Podestà discute. Ad esempio, sulleducazione dei figli, di Arianna e Mariasole, ci confrontiamo spesso e volentieri». Nulla, non cè nulla che la signora Noevia rimproveri al marito Guido, neanche il vizietto di «aprire il frigorifero quando rientra magari tardi e dopo aver già cenato: credo si rilassi a guardare quel cè dentro e pure ad assaggiarlo».
Peccatucci condivisibili che il neopresidente di Palazzo Isimbardi combatte con un po di tapis roulant, «quando lo fa recita il rosario, no, non è un bigotto ma ha una fede profonda e sincera. Lo recitava insieme al papà, alla mamma e ai fratelli. A me che sono dubbiosa, Guido, dice che ci ritroveremo anche dopo la morte». Ma sarà un buon presidente? «Non ho dubbi, Guido ce la metterà tutta».
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