Donna scippata finisce in ospedale

«Non ne possiamo più. Ci toccherà travestirci da vigili e fare pulizia da soli». Esasperati dai graffiti sulle facciate dei palazzi. Innervositi dalla musica a tutto volume che si spegne solo alle sei del mattino, ogni fine settimana. Dalla «pattumiera di vetri, siringhe e lattine lasciate ogni volta sul marciapiede», dagli odori di «muri e auto in sosta usati come bagni pubblici».
Milano (quasi) centro. Piazza Carbonari, sotto il cavalcavia di viale Lunigiana e le migliaia di macchine che ogni giorno attraversano la circonvallazione. Walter, pensionato, 55 anni, guida la rivolta dei residenti contro l’«Acqua potabile». «Ma il cognome non lo scriva, prima cambio l'etichetta del citofono, che non si sa mai». O meglio contro gli abusivi che occupano l’ex circolo ricreativo comunale, di proprietà Demaniale, trasformandolo venerdì e sabato sera in un «puntello della movida» della notte milanese.
«Abbiamo raccolto centinaia di firme, ma qui sembra si siano dimenticati di noi - prosegue Walter -. Qualcuno ha anche lanciato un'idea: aspettiamo la bella stagione poi blocchiamo le strade tutto intorno, almeno la città si accorgerà di noi». Di fronte all'edificio, una costruzione bassa, interrata sotto il livello della strada, c'è anche una sede della Regione. «C’erano gli uffici del settore Sanità e Turismo, ma adesso è tutto chiuso» raccontano i residenti. «Ci siamo trasferiti in via Taramelli 22» avvisa un cartello giallo dietro i vetri oscurati. «Nelle scorse settimane sono venuti a fare un sopralluogo quelli dei centri sociali - prosegue l'uomo -. C'è solo una porta d'alluminio, basta un colpo e va giù. Con il Leonka sotto sfratto magari si trasferiranno qui».
Ma il problema ora si chiama «Acqua potabile». Da quasi un anno va avanti il contenzioso tra i cittadini e gli occupanti. «Prima venivano qui dei sudamericani - precisa Walter -. Lo usavano per dormire. Ma il 12 agosto li hanno portati via tutti e per due mesi la situazione è rimasta tranquilla. Poi sono arrivati questi abusivi del weekend. Qualcuno dice siano dei centri sociali, ma io non ci credo. Non tutti almeno. Arrivano qui verso mezzanotte a bordo di macchine di lusso, addirittura in taxi, e se ne vanno solo alle sei del mattino». Le notti sono tutte simili: musica ad alto volume, risse e chiacchiere a voce alta in strada, spaccio di droga. E i rifiuti lasciati ovunque, escrementi, graffiti persino sulle auto in sosta.
Dopo decine di solleciti «Abbiamo scritto a chiunque» le istituzioni si stanno mettendo in moto. Una mozione presentata al consiglio di zona 2 ha mosso le acque. L'assessore comunale al Demanio Diego Sanavio ha chiesto al prefetto, Gian Valerio Lombardi, lo sgombero dello stabile di piazza Carbonari per poterne tornare in possesso. Negli ultimi giorni della questione si sta occupando anche l'assessore alla Sicurezza, Guido Manca. «I vigili in passato sono intervenuti, ma la situazione di illegalità prosegue - spiega -. Ribadiremo con urgenza la questione dello sgombero già portata all'attenzione del prefetto.

Anche la Digos è stata informata della situazione e per noi è ora di normalizzare l’“Acqua potabile” per risanare la zona». Un centinaio di famiglie sono in attesa. «Non chiediamo tanto, almeno riposare la notte». Lo dicono con gli occhi rossi e le inferriate alle finestre.

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