Parigi - Allievi e maestri marciano con lo stesso orgoglio sulle passerelle di Parigi perché la moda non può fermarsi ai mostri sacri: deve entrare nelle categorie del nuovo. Esemplare la strepitosa sfilata di Balenciaga, marchio disegnato da Nicholas Guesquiére, 36 anni d’immenso talento magistralmente coltivato alla scuola di Gaultier. Al più simpatico dei grandi stilisti francesi si deve anche l’apprendistato giovanile del geniale Martin Margiela che a sua volta ha allevato una schiera di ottimi creativi.
Il misterioso stilista belga di cui non esistono né foto né dichiarazioni, ieri era nascosto tra il pubblico ad applaudire l’interessante lavoro di Lutz Huella, per 10 anni responsabile delle sue collezioni in maglieria e oggi designer di Lutz. Anche i giapponesi sono formidabili nel trasmettere il loro sapere agli assistenti, ma in più li spingono a volare da soli tanto che Issey Miyake oggi produce la moda dell’ex delfino Naoki Takizawa e fa disegnare le sue linee al giovane Dai Fujiwara. In poche parole il problema della successione non si avverte nella Ville Lumiére dove l’eleganza ha un volto nuovo anche senza lifting. «Il futuro abita qui» dicevano gli invitati alla meravigliosa sfilata di Balenciaga, griffe creata dal mitico couturier basco definito «il Picasso della moda», oggi controllata dal Gruppo Gucci che da 10 anni si affida alle capaci mani di Guesquiére. Per la prossima estate veste le donne come fiori con strepitosi minitailleur in neoprene stampato da coloratissimi trionfi floreali. Le giacchine dalle maniche a forma di ortensia o bouquet diventavano tutto fuorché leziose grazie ai tessuti ultra moderni e agli accessori: spettacolari stivali fatti come i coturni dei gladiatori con intrecci di pelle sulle gambe nude.
Da Gaultier sfila una seducente piratessa che ha rubato alla Rossella O’Hara di Via col vento l’idea di fabbricarsi un sontuoso abito da sera con le tende del salotto, ma non resiste alla tentazione di mescolare questi trionfi di pizzo e frange con la stampa mimetica altrimenti detta camouflage. Il risultato è un incredibile melange di generi e cose con giacche che al posto delle maniche hanno le mostrine sfrangiate da alto ufficiale. Le 13 spose del gran finale erano un trionfo di creatività a cominciare dal modello tagliato come un costume da bagno. «Ci sono tanti, troppi pirati nella moda» dice Gaultier e nessuno può essere più d’accordo del suo ex assistente Martin Margiela alle cui idee attingono da anni un po’ tutti. Stavolta sarà dura perché una tuta trompe l’oeil può essere credibile e indossabile solo se dietro c’è uno studio delle forme e dei materiali da 110 e lode. Del resto Renzo Rosso che da qualche anno controlla la griffe sostiene sicuro: «Margiela sarà l’Armani del 2010». La collezione Miyake era dedicata al vento con interessanti rielaborazioni dello storico plissé che a ogni passo creavano falsi movimenti.
Interessantissimi gli abiti-aspirapolvere creati in collaborazione con Dyson, l’ingegnere inglese che ha inventato un geniale strumento per le pulizie di casa sfruttando addirittura l’energia ciclonica.
Da Lutz divini trench e un geniale top che può anche diventare gonna, ma sopra alla T-shirt in velo nero e cristalli trasforma il tutto in un nuovo abito da sera. Inutile, stucchevole e priva di maestria la collezione dedicata a Pierrot da Viktor & Rolf. Troppo facile fare immagine infilando un violino al posto della collana su un modesto abito a volant bianchi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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