Le donne hanno paura, via alle ronde antistupro

Prima parlano i numeri. In tre anni appena le denunce di abusi nei confronti delle donne sono aumentate del 17 per cento in provincia, passando da 499 a 529. In città sono cresciuti del 14 per cento, impennandosi da 281 a 322. E poi urlano rabbia le cifre relative agli stupri: 386 casi di violenza sessuale segnalati nell’ultimo anno. Senza considerare la parte sommersa dell’iceberg, chi subisce e cerca di superare il trauma col silenzio. Situazione delicata, allarme, emergenza. «Ognuno può chiamarla come meglio crede ma l’importante è che si faccia qualcosa in fretta». L’appello più pressante viene dal Telefono donna, l’associazione di ascolto per il mondo femminile, che chiede al sindaco Letizia Moratti una misura concreta per far sentire le milanesi sicure nella propria città. L’ultimo sondaggio di un’associazione femminile, infatti, rivela che una su tre (34 per cento) tra i 18 e i 65 anni teme aggressioni e violenze quando passeggia per strada. Indicativo, poi, che a rispondere al sondaggio sono state persone interpellate nei pressi di metropolitane e mezzi pubblici, tra i luoghi ritenuti meno affidabili in assoluto, specie di sera e nei quartieri periferici. La responsabile di Telefono donna, Stefania Bartoccetti, ricorda i contorni del fenomeno: «Mai dimenticare ciò che avviene tra le mura domestiche, ma a fare paura davvero sono gli stupri della strada, in maggior numero perpetrati da irregolari. Ovvero gente che vive fuori dalle regole e quindi crede di poter agire impunemente». In concreto, gli operatori propongono l’istituzione di figure autorevoli e preparate sull’argomento, «in uniforme, così da trasmettere ai cittadini un senso di autorità e di sicurezza, appunto». Non soltanto prevenzione. La squadra anti-stupri dovrebbe saper intervenire tempestivamente in casi di aggressione. Ma non basta, l’altra metà del compito spetta al sistema della giustizia, incentivando i processi per direttissima e garantendo certezza della pena per i responsabili.
Il vicesindaco Riccardo De Corato ricorda che «le donne restano un obiettivo sensibile. La paura non può essere un sentimento tollerabile, occorre affrontarlo con estrema attenzione pensando a delle soluzioni efficaci. Il rischio è che intanto prenda piede l’idea di una giustizia fai-da-te». Considerazioni fondate ma che interessano fino a un certo punto i milanesi abituati, ma non rassegnati, a convivere con l’illegalità. La pensano così, da Quarto Oggiaro al Gratosoglio.

Alessandro Morelli, consigliere della Lega Nord in zona 5, annuncia: «Raccogliamo l’invito dell’associazionismo, siamo pronti a scendere in strada per difendere chi ha bisogno. I comitati sono avvisati: armiamoci di pettorina, telefonino e macchina fotografica e riappropriamoci dei nostri quartieri».

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