Donne maltrattate, scontro col governo

Le misure già attivate: vigilanza, comunità protette e aiuti alle vittime

Uno sportello alla clinica Mangiagalli per aiutare le donne che abbiano subito violenza, corsi di formazione per il personale ospedaliero, un Ufficio vittime gestito dall’assessorato a Famiglia e Politiche sociali. Ma anche l’aumento dei contributi alla Casa della donna maltrattata, il potenziamento dei numeri telefonici a cui chiedere aiuto, l’aumento dei posti a disposizione nelle comunità protette. E, presto, anche appartamenti segreti dove ospitare chi abbia bisogno di particolare protezione. Sembra non dover più finire l’elenco dell’assessore comunale Mariolina Moioli, punta nel vivo dalle accuse di Barbara Pollastrini. «È grave - le parole del ministro per le Pari opportunità ieri mattina durante la presentazione di una ricerca sull’immagine femminile presentata dal Corecom Lombardia - che uno dei Comuni più ricchi d’Italia, diversamente da quanto hanno fatto Bologna e Roma, non intenda investire in un piano per la sicurezza delle donne autonomo. Il governo deve fare di più, ma di più devono fare Comuni, Regioni e Province. A Milano i soggetti a rischio sono soprattutto le donne e allora partiamo da lì. Il mio è un appello per le case delle donne maltrattate, senza il cui aiuto alle vittime non si fa prevenzione efficace».
Peggio della benzina sul fuoco. «A me hanno insegnato che prima di parlare è bene informarsi - replica stizzita la Moioli da Palazzo Marino -. Proprio la scorsa settimana mi sono incontrata con tutte le associazioni, coordinate da me indegno assessore del Comune, per proseguire nelle iniziative già cominciate e dare il via a quelle nuove. Come lo sportello a cui gli operatori del pronto soccorso, resi più sensibili dai corsi di formazione e quindi in grado di accorgersi immediatamente di segnali di abuso, indirizzeranno le donne in arrivo all’accettazione». Si parte con la Mangiagalli, ma poi toccherà anche agli altri ospedali. «Quello che Milano si chiede - aggiunge l’assessore - è cosa stia facendo il governo per un problema così grave. E in continua espansione. Il sindaco Letizia Moratti ha chiesto da tempo nuove leggi per combattere più efficamente le violenze su donne e bambini. Ma da Roma silenzio. Come sui fondi. Finora abbiamo sempre speso soldi nostri, dal ministero nemmeno un euro». Eppure è lo stesso ministro Pollastrini a ricordare «recenti dati del Viminale che confermano quelli del ministero per le Pari opportunità», secondo cui «la sicurezza delle donne è a rischio, con un’escalation di molestie, piccole e grandi violenze».
«Accuse assurde - replica Tiziana Maiolo - perché proprio Letizia Moratti ha presentato una proposta di legge per aiutare le donne maltrattate. Peccato che il governo non l’abbia nemmeno messa all’ordine del giorno della commissione Giustizia». Il Comune, intanto, risponde annunciando che aumenteranno i finanziamenti per la Casa della donna maltrattata.

La Pollastrini, invece, chiede «misure di sicurezza come l’illuminazione, piccoli autobus o taxi di scorta per le donne, vigili nel quartiere, insegnare alle donne i propri diritti, attivare numeri verdi e promuovere campagne informative», ma anche «aiuto alle vittime, riducendo ad esempio le attenuanti generiche per chi commette violenze alle donne». Cose che Milano ha già fatto o già chiesto.

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