Donne picchiate, rapporto choc a Savona

Picchiate, in casa e sul lavoro. Prese a spintoni, ma anche a pugni e a calci. Sono state 413 nel 2005 le donne che hanno chiesto aiuto ai medici degli ospedali in provincia di Savona dopo avere subito violenze di vario genere. Di queste 4 erano incinta, 65 extracomunitarie. La più giovane è una bambina di 5 anni, la più anziana una signora di 95 anni.
Lo sconcertante quadro emerge dai dati diffusi dalla Asl 2 savonese, che ha promosso un’indagine epidemiologica volta a raccogliere e analizzare la condizione femminile sul territorio. L’esame dei referti riguarda quattro ospedali: il San Paolo di Savona, l’Ospedale Santa Maria di Albenga, l’Ospedale San Giuseppe di Cairo e il Santa Corona di Pietra Ligure. I dati non raccontano nulla di buono. Le lesioni riscontrate nei centri di emergenza sono per lo più derivanti da cadute durante colluttazioni, oppure provocate da colpi violenti causati da spinte contro pareti, spigoli delle porte o mobili, e non mancano le donne gettate a terra, giù per le scale o contro il ripiano di un tavolo. Il tutto per lo più durante diverbi scoppiati tra le mura domestiche. In ospedale sono arrivate donne con lesioni alle ossa nasali e ai denti, ematomi alle labbra e agli avambracci, mandibole lussate, dita fratturate nel tentativo di proteggere le parti più vulnerabili. Numerose sono state anche le ferite derivanti da calci sferrati alla vittima, anche in posizione rannicchiata. «Questa posizione - dicono i medici - è tipica delle donne incinte che tentano di proteggere il ventre».
Sono stati esaminati anche i diversi traumi subiti: il 7 per cento sono fratture, il 38 ematomi e contusioni, il 27 traumi cranici, il 29 choc psicologico. Per quanto riguarda i luoghi in cui sono avvenute le aggressioni, il 34 per cento si sono verificate sul posto di lavoro e il 62 in casa.

Non accenna a diminuire il fenomeno del silenzio, le donne hanno paura e solo in rarissimi casi denunciano le aggressioni. La Asl stima che solo una su cinque denuncia il fatto e solo una su dodici sia disposta a farlo quando l’autore delle violenze è il partner.

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