Le donne senza poesia rendono obsoleto il focoso amante latino

Egr. Dott. Granzotto, mi sia concessa una sorta di provocazione estiva, una precisazione ironicamente maschilista in risposta alla recente inchiesta giornalistica del settimanale Panorama («Svegliati, maschio!»), che vasta eco ha suscitato tra i rappresentanti di ambo i sessi (e non solo quelli) nelle calde ed afose città italiane e nei più vivibili luoghi di villeggiatura; non sono mancate, sembra, scene di panico poiché tale servizio ha proiettato una preoccupante ombra sulla fama del «so called» amante latino ed ha messo in serio dubbio la sua non meglio identificata «ars amandi». Nessuno però si è mai chiesto quale tipo di fascino, quale attrattiva oggi possa esercitare una donna sull’uomo, quando in TV tutti i giorni, segnatamente nelle ore dei pasti, essa viene presentata come un essere che ad ogni pie’ sospinto oltre che per i... tradizionali mal di testa si lamenta anche per varie irritazioni e noiosi pruriti nelle parti intime; che, oltre alla fisiologica funzione periodica, aggiunge insopportabili giorni (e notti) in compagnia di perdite di urina e di cattivi odori (in ascensore e non solo); che va in giro protetta quotidianamente da pannolini di vario spessore, che mostra falsi seni e labbra artificiali in linea con le ultime scoperte tecnologiche sponsorizzate da santoni dell’estetismo femminile ad ogni costo. Detto questo, sfido qualunque uomo a lasciarsi affascinare da un tale spettacolo deprimente! Perfino un gigolò avrebbe serie difficoltà ad accettare un «incarico» simile, anche se lautamente remunerato...
Cento (Fe)

Ah, le donne, caro Senatore. Sono d’accordo con lei: la tambureggiante pubblicità sui rimedi a certi disturbi, certi incomodi femminili (ivi comprese le panze gonfie e dunque flatulentiche alle quali pone salvezza una roba chiamata, dimmi tu la fantasia dei pubblicitari, bifidus actiregularis. Ma si può?) non contribuisce certo ad alimentare quel romanticismo che un tempo -e dunque per noi vecchierelli - era il companatico dell’ars amandi. Però, siccome del romanticismo le nuove leve amatorie se ne fanno un baffo ed è giusto che sia così perché quel sentimento esula dalle attività ginniche o meccanicche alle quale, così dicono, s’è ridotto il sesso, lei capisce che non si può attribuire agli spot ginecologici l’appannamento delle prestazioni denunciato da Panorama. Si dice che l’uomo sia cacciatore, no? Bene, per riempire il carniere il cacciatore ci deve mettere passione, fatica, pazienza e esperienza. Sennò va in bianco. Se però lo scopo del battuta diventa solo quello di papparsi due quagliette in umido, il cacciatore trova più comodo andarsele a comprare, magari surgelate, al supermercato. E per farlo non ci vuole né passione, né fatica, né pazienza e né esperienza. Indotto a ciò dalle quaglie, che ci mettono del loro per essere mangiate in fretta e senza tante storie, il latin lover s’è fatto cacciatore da supermercato: tutto qui, caro Senatore. Oggi mica devi star lì ad affinare le competenze con un più o meno lungo apprendistato, mica devi adulare e lusingare, colmare l’oggetto del desiderio di attenzioni, complimenti e gentilezze per poi, finalmente, ottenerne i favori. Tutte cose superate, così come la corte, che un tempo era propedeutica all’ars amandi: mancando quella, si impoverisce questa andando a finire com’è finita, con le agenzie di rating che declassano a «junk», spazzatura, le azioni dell’italico latin lover.

Sull’altro versante è accaduto invece questo: ridottasi la trattativa, chiamiamola così, a una occhiata o quasi, la controparte gioca tutte le sue carte sull’«immagine», sul primo impatto visivo, mostrandosi nella maniera più succulenta quando non proprio ammiccante secondo il «trend» del momento (oggi va molto lo stile velina/escort). E della più devastante arma di seduzione, il fascino, nessuna o quasi più se ne cura. Ce ne faremo un cruccio? Io non me lo fo: mai piaciute le quaglie surgelate del supermercato.

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