Donne sesso debole con le sigarette: non riescono a smettere

Indagine del Cnr: solo il 17 per cento delle signore abbandona il vizio, quasi la metà rispetto agli uomini. E dopo è più facile che ci ricadano

Eleonora Barbieri

da Milano

Fumano meno rispetto agli uomini, ma fanno molta più fatica a smettere: più fedeli al vizio o, forse, più abitudinarie, le donne abbandonano la sigaretta a malincuore e, soprattutto, sono a forte rischio di ricaduta, perché sentono maggiormente nostalgia della nicotina. La rivelazione sulla nuova debolezza di signore e signorine proviene dal Consiglio nazionale delle ricerche che, in materia, ha condotto un apposito sondaggio.
L’indagine, realizzata dal Servizio di prevenzione e protezione nelle sedi del Cnr della capitale, è stata condotta su un campione di 285 donne e 174 uomini fra i 25 e i 65 anni: l’età media è quindi identica nei due sessi (48 anni), così come il numero medio di anni di fumo (24 per gli uomini, 25 per le donne). Il progetto rientra nell’ambito di una campagna di prevenzione per la cardiopatia ischemica ed è cominciato nel 2000.
Il risultato è stato sorprendente, perché il gentil sesso sembra partire bene: le non fumatrici sono infatti il 48 per cento, rispetto al 33 per cento dei colleghi maschi. Le donne appaiono anche meno dipendenti dal tabacco, visto che in una giornata si accendono in media dieci sigarette, cifra che per gli uomini sale a sedici. I guai cominciano quando le donne scoprono il piacere di fumare, magari in ufficio, durante una pausa, o quando chiacchierano al bar con le amiche: a quel punto le signore sono ormai catturate dal potere della sigaretta e, pur senza arrivare agli eccessi toccati da molti loro compagni, non riescono più a rinunciare alla compagnia del tabacco quotidiano.
La ricerca mostra infatti che, in entrambi i sessi, la metà avrebbe intenzione di smettere e oltre i due terzi ci ha già provato almeno una o due volte ma, mentre soltanto il due per cento di uomini pensa che l’impresa sia impossibile, la percentuale di sfiduciate sale al 10 per cento. Non è solo questione di convinzione (o di spavalderia maschile): il 30 per cento degli uomini ha smesso di fumare, contro un successo al femminile del 17 per cento. Le ex fumatrici, poi, continuano a rivolgere pensieri e desideri alle sigarette abbandonate, delle quali il 29 per cento sente decisamente la mancanza, mentre gli uomini sembrano essere molto più fermi nella loro decisione e soltanto il 6 per cento dichiara di provare nostalgia per le «bionde». Il dato positivo è che la maggioranza degli ex fumatori non ha intenzione di ricadere nel vizio, né sembra manifestarne i sintomi: le donne, però, mostrano minore forza di volontà, forse anche per amore della routine quotidiana.

Un’ipotesi è che, impegnate a occuparsi 24 ore su 24 della salute di mariti, figli e nipoti, le italiane dedichino meno tempo alla propria: e che, anche consigliate dal medico, siano meno disposte a cedere, abdicando a una piccola consolazione. Senza dimenticare che, di fronte all’avvertimento di uno specialista, è molto più facile che un uomo prenda subito provvedimenti, e una donna lasci correre. Non perché sia più sprovveduta: è solo meno ipocondriaca.

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