Uno spinello in cameretta prima di andare a scuola, «sballati» già allo squillo della campanella nel tentativo disperato di vincere lo stress e lansia da prestazione. In Italia lappuntamento con la droga è sempre più precoce. Nella maggior parte dei casi lapproccio con gli stupefacenti si ha fra i 14 e i 16 anni, ma per un giovane su 5 letà della prima volta è tra gli 11 e i 13, e prima dei 14 anni 6 su 10 hanno provato anche lalcol. Bambini «dopati» contro le difficoltà della vita, fragili e impreparati contro pressioni troppo grandi da gestire.
È lallarmante fotografia scattata dalla ricerca nazionale «Giovani, uso di sostanze, precarietà e genere», dati presentati a Milano. Le interviste hanno coinvolto tra Milano, Roma, Firenze, Napoli e Genova 509 giovani, nell80% dei casi di età compresa fra i 14 e i 34 anni.
Se fino al termine degli anni 80 luso di sostanze stupefacenti era dovuto «allappartenenza a controculture giovanili, oggi - osservano i promotori dellindagine - si afferma un uso di droghe correlato sempre più frequentemente a pressioni e dinamiche sociali che riguardano temi come quello delle performance e dellansia di vivere, e portano a modulare la scelta delle sostanze sulla base del momento psicologico o delluso strumentale che se ne vuole fare».
La sostanza più utilizzata, emerge dalla ricerca nazionale, è nel 90% dei casi la cannabis. Lalcol sembra invece la sostanza preferita tra le ragazzine. Ma che si tratti di spinelli, drink o altri «aiutini», una volta su tre si sceglie lo sballo come antidoto alla fatica di vivere: su 509 intervistati, 161 (quasi il 32%) hanno dichiarato di usare sostanze stupefacenti per affrontare le difficoltà. Un «anestetico» contro i dolori dellanima.
«Sono dati che impongono una seria riflessione - avvertono gli esperti -.
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