Dalla borraccia di Bartali e Coppi, simbolo di una rivalità amichevole, a quella trasparente testimonial di un ciclismo sano. E per chi bara arrivano gli 007 contro le sostanze illecite. «Niente doping, solo sport» è lo slogan della campagna avviata dal sottosegretario Rocco Crimi, in collaborazione con il Ministero della salute, il Coni e Radio1 Rai, e che avrà nelle strade del 93° Giro d'Italia la sua passerella d'eccezione: grazie alle trentamila borracce distribuite lungo le tappe della corsa rosa che dovranno testimoniare l'impegno nella lotta al doping. «Per chi come me ha vissuto l'epopea di Coppi e Bartali - le parole del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta durante la presentazione del progetto a Palazzo Chigi - il ciclismo è lo sport più bello. Io piangevo quando Bartali perdeva. Poi la vicenda di Pantani e di altri ci ha mostrato un'altra immagine, come se non si possa fare questo sport senza aiutarsi: che è la negazione dello spirito sportivo. E allora ben vengano iniziative come questa».
La campagna parte dal ciclismo, ma l'obiettivo è la «tolleranza zero» soprattutto nella sacca dello sport amatoriale. Per questo è stata annunciata dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, la nascita della figura dell'ispettore investigativo antidoping. Un ruolo che verrà definito nei dettagli nei prossimi giorni, legato al lavoro che in questo ambito già svolgono i Nas. «Potranno fare i controlli nelle competizioni e accedere ai locali dove si fanno i test - ha spiegato Fazio - è un'ipotesi concordata con Nas, Coni e Crimi, e nasce per lo sport amatoriale, perchè lì il problema è serio».
Numeri alla mano, è stato lo stesso sottosegretario con delega allo sport a sottolineare la necessità di non abbassare mai la guardia. «Il ciclismo è lo sport maggiormente colpito dalla piaga del doping - ha detto Crimi - tutti, i giovani soprattutto, devono sapere che è frode, è illegale e mette in serio rischio la salute». Ogni anno sono 13mila i controlli fatti, con l'1,5% di positivi nel ciclismo, lo 0,2% nel calcio, 0,3 nel basket, 0,5 nella pallavolo, 0,7 nel nuoto e 0,8 nell'atletica. Il dato però peggiora decisamente quando si passa dallo sport professionistico a quello dei dilettanti.
«Sono stati controllati 278 corridori che non sapevano di essere testati e la percentuale di positività è salita al 12,5%» ha sottolineato Crimi. Con casi di 'poliabusì fino a sette sostanze dopanti nello stesso atleta.
Importante anche il ruolo della commissione per la vigilanza e controllo sul doping del ministero che ha anche formato 150 Nas: i Carabinieri che fanno operazioni di polizia sanitaria nel biennio 2008-09 hanno sequestrato un milione e mezzo di farmaci e arrestato 92 persone. «L'iniziativa non è un monito al ciclismo che sta cercando di risolvere i suoi problemi - ha detto Petrucci - Io dico grazie a questa straordinaria squadra di cui io sono l'ultima riserva. Meglio una vittoria in meno che un dopato in più.
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