da New York
In America si continua a sparare in luoghi che dovrebbero essere tanto sicuri quanto lo possono essere le scuole elementari, o le università, o i consigli comunali. E lo si fa sempre per lo stesso motivo: depressione. È questo il motivo che ha scatenato ieri due distinte sparatorie, conclusesi tutte con la morte dello sparatore, nelle quali sono rimaste uccise complessivamente nove persone: tre ieri in una università della Louisiana, dove è stata un ragazza a sparare a due compagne prima di togliersi la vita; sei la scorsa notte in un consiglio comunale del Missouri, dove un uomo ha ucciso due poliziotti e tre funzionari del comune prima di essere ucciso dalla polizia. A queste si aggiunge unaltra vittima laltro ieri in Ohio, dove il marito di una maestra di scuola elementare si è presentato in classe e davanti ai bambini le ha sparato (ferendola), per poi suicidarsi poche ore dopo.
Nella sparatoria della Louisiana si è ripetuta la dinamica che ha reso tristemente noti i nomi di Columbine (nel 1999 ci furono 15 morti), o della Virginia Tech lanno scorso (33 morti). Una ragazza di 23 anni si è presentata al Louisiana Technical College di Baton Rouge intorno alle 8 del mattino, è salita al secondo piano delledificio e ha sparato a due compagne di 21 e 23 anni mentre erano sedute ai loro posti. Poi sempre in classe ha rivolto larma contro se stessa e si è uccisa. Il motivo del gesto non è ancora chiaro. Quel che è certo - ha riferito la polizia - è che le due studentesse studiavano per diventare infermiere, e la sparatrice (che con ogni probabilità studiava a sua volta da infermiera) era in preda a una crisi di depressione. La stessa depressione che ha portato poche ore prima un uomo di una cinquantina danni a entrare nel Consiglio Comunale di Kirkwood e aprire il fuoco contro il sindaco e chiunque gli si parasse davanti.
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