Doppietta Fiat: quota al 31,4% e titolo a 17

Fari puntati sui rapporti con la cinese Chery Il fisco penalizza le station wagon aziendali

da Milano

Sergio Marchionne comincia ad adottare la tattica della sorpresa anche nelle vendite di auto. L’altra sera, al gala per il lancio della Bravo, l’amministratore delegato della Fiat aveva detto di prevedere il raggiungimento del 31% di quota mercato alla fine di febbraio. Invece, come era successo per i dati finanziari del Lingotto, la soglia del 31% è stata abbattuta con un mese di anticipo.
E ieri sera, sempre da Roma, l’ad ha fissato in oltre il 32% l’obiettivo 2007. In gennaio Fiat Group Automobiles, denominazione in vigore da ieri, ha toccato il 31,4% di penetrazione in Italia, risultato migliore del mercato nel suo complesso (più 3,5%) e mancante dalle tabelle di Mirafiori da 5 anni. Il balzo rispetto al gennaio 2006 (30,7%) è notevole. Insieme alla quota anche il titolo Fiat ha superato una nuova soglia, quella dei 17 euro (più 2,05%) con scambi che hanno interessato il 3% del capitale ordinario. La Borsa ha dimostrato interesse anche ai possibili sviluppi del nuovo viaggio che Marchionne sta per compiere in Cina. Si parla, in proposito, di un ampliamento degli accordi con la locale Chery. Entro il 2010 la casa italiana intende commercializzare sotto la Muraglia 300mila veicoli, obiettivo raggiungibile solo con intese forti sul luogo. Ma analisti e osservatori guardano con attenzione all’andamento delle immatricolazioni in Europa il cui esito si conoscerà a metà mese. Secondo Luca De Meo, neo ad di Fiat Automobiles, «per il marchio, in Europa, gennaio è andato piuttosto bene». Nella vicina Francia, per esempio, il gruppo torinese ha aumentato le vendite del 5,5% e del 3,5% se si considera il solo marchio Fiat. Male, su questo mercato, i costruttori che giocano in casa (rispettivamente, sotto del 3,3 e del 7%, i gruppi Psa e Ranault), mentre Toyota (più 37,2%) e Bmw (più 34,2%) si segnalano per le performance migliori.
Nella prima analisi dell’anno, il Centro studi Promotor assegna agli incentivi alla rottamazione un ruolo importante, più che per le immatricolazioni positive di gennaio (oltre 248mila unità), per gli ordini raccolti che premieranno le vendite dei prossimi mesi. I contratti siglati (circa 300mila) sono cresciuti del 28% e bisogna risalire al ’98, come ricorda l’Unrae, per trovare numeri così vistosi, anche se «viziati», come accade ora, dagli incentivi. Tra le poche note negative c’è quella relativa alle auto aziendali vittime dell’inasprimento fiscale introdotto dal governo Prodi. «Gli effetti penalizzanti - rileva l’Unrae - riguardano il segmento delle wagon, tipico delle vetture acquistate dalle società, che il mese scorso ha perso oltre 2 punti di quota». In gennaio le vetture Fiat che hanno lasciato le concessionarie sono state quasi 60mila, per una quota del 24,2%. Era dal 2002 che la casa regina di Mirafiori non registrava un dato del genere. Punto e Panda restano i modelli più richiesti.

In lieve calo Lancia (4,1% di quota) e in leggera crescita Alfa Romeo (3,1% di penetrazione), con la 159 in vetta alla classifica delle berline del segmento «medio-alto». Tra le case estere il primato delle vendite spetta a Ford (più 1,77%): Fiesta è la prima auto non italiana più richiesta.

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