Apre furibonda, con una parata di accordi che sembrano incisi nella roccia fra il turbinio di scale e scalette, in un drammatico do minore. È la Sonata D. 958, prima delle tre Sonate con cui Franz Schubert si congeda dalla breve vita. È con questo brano che il pianista Grigory Sokolov apre il recital di stasera domenica (ore 21) al Teatro Donizetti di Bergamo e martedì (ore 20.45) al teatro Grande di Brescia, ospite del Festival pianistico Michelangeli.
Sokolov è interprete fra i migliori oggi in campo. Schivo fino allinverosimile, lontano da tutto ciò che gli possa rammentare lo star system, centellinate pure le interviste. Che devono concentrarsi solo ed esclusivamente su questioni musicali, il resto è top secret. Una riluttanza a rilasciare dichiarazioni poiché, lui dice, «un giorno se ne va nel viaggio, quello dopo nelle prove e il terzo è dedicato al concerto stesso. Non resta molto per applicarsi ad altro» (anche perché «provare» per Sokolov vuol dire mettersi al pianoforte per sette-otto ore).
Sokolov conosceva la notorietà già a sedici anni aggiudicandosi la medaglia doro al Cajkovskij di Mosca. Iniziava la carriera del concertista itinerante, in giro per il mondo, diviso fra Usa e Europa. Ma alle soglie degli anni Ottanta, lUrss sbarrava le porte e Sokolov conosceva un decennio di isolamento. Dopo il disgelo, il pianista ha ricominciato la sua seconda vita.
Il programma prosegue con un tutto Scrjabin. Anzitutto con la Sonata in fa diesis minore op. 23 (1897), pagina segnata da gesti perentori e allucinati, attraverso i quali si insinua un racconto rapsodico e visionario fatto di soste estatiche, di slanci subito caduti. È lo Scrjabin visionario che ritroviamo nei due «Poemi op. 69» e in «Vers la flamme op. 72» (1914), entrambi in programma.
Grigoy Sokolov
oggi ore 21 teatro Donizetti di Bergamo
martedì ore 20.45 teatro Grande di Brescia
Festival Pianistico di Brescia e Bergamo
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.